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Ferma condanna per un gesto inqualificabile e sdegno per la scomparsa di esemplari di una specie selvatica di grande valore, a cui si aggiunge l’impegno attraverso le proprie guardie volontari e i propri tesserati ad aumentare ancora più il controllo sul territorio perché simili episodi non abbiano a ripetersi".
Così un comunicato della Federazione Italiana della Caccia dell'Emilia Romagna che risponde alle polemiche scaturite dopo il ritrovamento di quattro, forse cinque, esemplari di lupo uccisi nel ravennate. La Federcaccia ritiene importante alcune considerazioni in merito: "la presenza del lupo - scrive l'associazione - è segnalata come costantemente in aumento e chi come i cacciatori frequenta i boschi se ne accorge molto bene dal moltiplicarsi di tracce e in casi sempre più frequenti da osservazioni dirette. E non stiamo parlando di zone isolate o “selvagge” ma sempre più spesso a pochi chilometri da case, strade e soprattutto allevamenti".
La specie si sta dimostrando problematica proprio nei confronti degli allevatori, che più volte hanno denunciato l'assenza delle istituzioni nel dare risposta (se non in modo parziale e insoddisfacente) alle loro richieste per il rimborso dei danni. "Ma più in generale - continua la nota - si sta creando un clima di paura e diffidenza nei confronti della specie che se non giustifica in alcun modo gli episodi a suo danno li pone in un contesto che non può essere ignorato. Per questo motivo - conclude la Federcaccia - riteniamo auspicabile smettere di considerare il lupo come un totem intoccabile dell’ambientalismo nostrano, solo da osservare senza intervenire, e cominciare prima che sia troppo tardi a considerarlo per quello che è: una splendida specie selvatica che deve, al pari di tutte le altre, essere gestita in maniera razionale e intelligente. Per il suo stesso bene e come, ancora una volta, si fa in tutti i Paesi d’Europa che hanno una cultura ambientale, faunistica e gestionale consolidate".