Leggiamo una notizia Ansa sulla condanna europea che starebbe per colpire l'Italia. La nota mette in evidenza le interrogazioni parlamentari di questi giorni volute dalle associazioni ambientaliste Lipu e Enpa in riferimento alla non conformità della direttiva 79/409 relativa alla conservazione degli uccelli selvatici dal 28 giugno 2006. La Commissione europea ha contestato le violazioni riguardanti in particolare le deroghe per la caccia in aree protette, una mancata tutela per le caratteristiche biologiche degli uccelli riguardanti la nidificazione e la migrazione e la mancata attivazione di misure per la conservazione della fauna selvatica.
Parlamento, Governo e Unione Europea in questi giorni hanno ben altro a cui pensare, purtroppo. In ogni caso, tanto per dare un'informazione più corretta, è bene che si sappia che le procedure d'infrazione dell'Unione Europea contro l'Italia e le regioni italiane sono 164. Centosessantaquattro. Più della metà più vecchie di quella citata (la 2131/2006). Di queste 164, la stragrande maggioranza sono provvedimenti relativi ad infrazioni contro l'ambiente (quello vero, che riguarda salute, stupri ambientali, discariche, trattamento rifiuti etc.). Ma sulla caccia, guarda caso, sono solo tre e riguardano infrazioni all'art.9 della direttiva "Uccelli". Ovvero: la solita, annosa questione delle deroghe. Per le quali peraltro sarebbe bene che almeno la Lipu riconoscesse l'interpretazione ufficiale che il suo organismo europeo di riferimento (la UICN, ovvero la Lipu/Europa) ha sottoscritto ormai da più di tre anni.