Roberto Ballardini, 23 anni, di professione impiegato, ha preso il porto d'armi al compimento della maggiore età e da allora caccia nella riserva di Stenico in provincia di Trento, dove abita.
Dalle sue parti la forma che va per la maggiore è la selezione agli ungulati (caccia soprattutto camosci, caprioli, cervi e mufloni) ma ama anche qualche uscita ai galliformi con il cane e non disdegna la caccia alla selvaggina migratoria.
Fin da piccolo ha seguito il padre a caccia, osservando e imparando i segreti della tradizione venatoria alpina. Ecco come ci spiega la sua passione. “La caccia – dice – è un insieme di sapori e di colori, una pratica in grado di farci provare emozioni uniche perchè come nessun'altra ci pone a diretto contatto con la natura avvicinandoci alla vita dei nostri antenati. E' per questo universo di emozioni che spesso alla vigilia dell'apertura non riesco a dormire”. “Se è vero – aggiunge - che la maggior parte della gente non ama la caccia è solo perchè non la conosce, non sa di cosa parla”.
Meno ancora si sa dei benefici che può portare. “Anzitutto – sostiene Roberto – il prelievo venatorio regola la consistenza della fauna selvatica prevenendo il diffondersi di epidemie e poi incentiva la cura del bosco e delle montagne, grazie alle frequenti giornate ecologiche che i cacciatori organizzano a tutela della loro passione e dell'ambiente. Non dimentichiamo – sottolinea Roberto – che con l'abbandono della montagna in favore delle città, gli unici a prendersi cura dei boschi sono proprio i cacciatori, soprattutto in luoghi poco frequentati”.
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