Sono i cacciatori di Civita Castellana, Fabrica di Roma e Corchiano ad opporsi con tutte le loro forze alle speculazioni urbanistiche in cantiere sul territorio della Tuscia, dove è in atto, dicono, un vero e proprio assalto all'ambiente. Si tratta di una serie di progetti e mire speculative, spiegano i rappresentanti di Federcaccia, Arcicaccia, Enalcaccia, Liberacaccia e Pellicano Fishing Club sul Corriere di Viterbo, che stravolgeranno il territorio.
In gioco, sottolineano i cacciatori, non c'è solo la caccia ma la qualità del vivere, la salute della gente e le vocazioni tradizionali del posto. "Ieri la centrale a olio di palma - spiegano-, scongiurata dalla mobilitazione dei cittadini e delle comunità interessate, oggi la proposta di un impianto per bruciare la plastica, che produrrebbe come scarto soprattutto diossina e ceneri classificate come rifiuti tossici e nocivi". L'impianto dovrebbe sorgere a Civita Castellana, uno dei piccoli paesi della Tuscia inserito negli itinerari turistici, frequentati grazie alle forze messe in campo delle comunità locali e delle imprese che puntano sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali. Con questo genere di progetto certamente tutti questi sforzi saranno vanificati a vantaggio di pochi privati.
"Noi cacciatori, pescatori, come pure chi va a funghi o ad asparagi - chiosano gli organizzatori della protesta - siamo forse gli ultimi a vivere la nostra terra palmo a palmo, senz'altro i primi a volerla e a doverla difendere dall'irreversibile degrado che si profila. Siamo ad un bivio - dichiarano - e non abbiamo nemmeno un dubbio su quale strada percorrere per noi e per i nostri figli. Noi scegliamo il futuro".