Sono più di duemila e cinquecento le firme raccolte dai cacciatori nel cantone ticinese e consegnate alla cancelleria di Stato per rivendicare le proprie idee di gestione, perennemente soffocate da parte degli amministratori. I cacciatori, “convinti di portare avanti un’idea più etica, rispettosa e lungimirante per perseguire determinati piani d’abbattimento" auspicano così di ottenere un ruolo decisionale nel “Gruppo Ungulati” ed alle commissioni preposte per stilare i regolamenti d’applicazione sull’attività venatoria, visto e considerato anche che il fondo di intervento destinato al risarcimento danni è direttamente finanziato dai cacciatori ticinesi.
Sul fronte dei risarcimenti in particolare si chiede che i danni siano quantificati da parte di periti professionisti e ogni esborso pubblicato distretto per distretto. Altre richieste attengono nello specifico il prelievo del capriolo (protezione delle femmine nelle valli superiori), il camoscio (prelievo del maschio adulto già dal primo giorno di caccia), il cervo (riduzione del 30% delle bandite cantonali).