E' la "caccia selvaggia" la prima causa di morte degli uccelli cittadini e campagnoli. Ma questa volta i cacciatori umani non c'entrano. I responsabili sono, stando ad un articolo di Repubblica, i gatti domestici che, anche se rimpinzati di scatolette e coccole non possono fare a meno di dare retta al loro istinto felino, facendo vere e proprie stragi di volatili in cortili e giardini.
L'American Bird Conservancy ha stimato che ogni anno negli Stati Uniti finiscono tra gli artigli di teneri gattini ben 500 milioni di uccelli. Mentre in Italia la cifra arriverebbe a 26 milioni di capi (gli esperti citati nell'articolo ritengono che il 90% dei gatti cacci intorno alle 16 prede selvatiche l'anno, di cui 3,8 uccelli, il dato è ottenuto sulla base del numero totale dei gatti italiani). Per i ricercatori dello Smithsonian Institution di Washington e della Towson University del Maryland, il gatto è responsabile addirittura del 47% delle morti di volatili uccisi ogni anno da predatori e il tasso di mortalità per aggressione sarebbe ben più alto dove la concentrazione di gatti è maggiore.
"Non c'è da stupirsi. Il gatto domestico è un predatore identico al leone" commenta Sonia Campa, consulente per il comportamento degli animali da compagnia, sempre sul quotidiano. "La predazione aggiunge - è una caratteristica rimasta in lui completamente immutata nel corso dell'evoluzione. E' un animale che caccia per cacciare, indipendentemente dalla fame". Nel nostro paese il numero dei gatti è in continua crescita (oltre 7 milioni), così come tutti gli altri animali d'affezione. I dati sull'indole predatoria dei gatti (forse solo numericamente contestabili, visto che parliamo di carnivori, in origine scelti dall'uomo per tenere lontano i topi) evidenziano uno dei tanti paradossi animalisti, visto che con i loro milioni di animali d'appartamento, si rendono responsabili della morte dei malcapitati uccellini (senza contare che fido e micio mangiano quotidianamente quintali di carne appositamente macellata).
Il problema è stato affrontato anche dalla Lipu, che considera la predazione del gatto una delle principali cause alla base del dimezzamento del numero dei passeri nel mondo da 30 anni a questa parte. “Una riduzione drastica e preoccupante” secondo Marco Dinetti, responsabile di ecologia urbana della Lipu - che in pianura padana sfiora livelli di estinzione”. Le prede volatili preferite dal felino sarebbero il passero, il pettirosso ma anche uccelli come il fringuello, il cardellino, il verdone e la cinciallegra. L'esperto della Lipu, che i gatti li ama, non può fare altro che dare qualche suggerimento come “mettere la mangiatoia degli uccellini in un posto poco accessibile" oppure evitare di fare uscire il gatto quando gli uccellini sono più attivi, ovvero fra le 6 e le 9 di mattina e prima del crepuscolo”. “Ridurre l'impatto insomma è possibile. Senza interferire nelle leggi della natura" conclude Dinetti. Ma non sarà già troppo tardi?
(Repubblica.it)