Riceviamo e pubblichiamo
Minacciato, temuto, promesso, rinviato ma alla fine è arrivato. Sto parlando del censimento dei pescatori in mare. Con il decreto del Ministero delle politiche Agricole e Forestali del 6/12/10, tutti e ripeto tutti, i pescatori in mare over 16 devono registrarsi. Il come per ora è meno importante, qui quello che voglio fare sono alcune considerazioni. La prima: è finita la libertà di andare a pesca in mare da oggi è stato introdotto un regime autorizzativo per chi vuole esercitare una qualsiasi forma di pesca marittima non professionale, inclusa la pesca in apnea. Da qui il passo verso una tassa sarà veramente breve checcè ne dica l’attuale ministro Galan che il censimento non è punitivo. Chissà cosa ne penserà il nuovo Ministro alle Politiche Agricole che arriverà fra qualche settimana… (l’articolo è stato scritto prima dell’avvicendamento dei Ministri).
Ormai il gioco è fatto e noi pescatori di mare ne pagheremo le spese.
Questo provvedimento da alcuni è stato giustificato con la volontà di contarsi per contare di più. Niente di più sbagliato.
La seconda considerazione riguarda chi aveva il compito “istituzionale” di difendere i pescatori, la FIPSAS, appunto, quale maggiore associazione di categoria. Nessuna voce contraria si è alzata, anzi il provvedimento è stato salutato con favore, come la manna scesa dal cielo che risolverà tutti i problemi del settore. E’ logico, infatti, pensare che la politica avrebbe riflettuto molto di più prima di emanare il suddetto provvedimento se dalla base – leggi associazioni di categoria – si fosse lavata compatta una voce contraria. Quindi non prendiamo in giro nessuno quello che è accaduto è stato voluto.
Ma d’altro canto che orami la FIPSAS fosse guidata da una persona che ha altri obbiettivi non è certo un mistero, non sarà sfuggito ai più l’intervista apparsa su il Giornale di Feltri del suo presidente nazionale, Ugo Claudio Matteoli, che ha esordito “noi pescatori non vogliamo e non possiamo essere associati ai pescatori”. Ovviamente questa affermazione mi indigna, non ultimo per il fatto che è stata fatta dal presidente della maggiore associazione di pescatori italiana, è oltremodo ingiuriosa verso i cacciatori ed anche poco rispettosa per gran parte dei pescatori e, soprattutto è molto PERICOLOSA per tutti.
Nella sua intervista infatti il “presidente” criminalizza chi mangia il pesce definendo la pesca sportiva come “Una sfida tra l’uomo ed il pesce. E non è divertente se finisce con la morte dell’avversario”. Sul banco degli imputati finiamo in molti ma, ad esempio, per i pescatori in apnea è la condanna è senza appello.
Se questo è quello che deve difendere la categoria nelle sedi opportune, leggi ministero, figuriamoci come si comportano quelli che ci vogliono male. Ma la pezza che ha cercato di mettere il “presidente” è stata forse peggiore del buco. In primo luogo perché la risposta è stata pubblicato nel sito della Fipsas e in alcuni giornali del settore ma non nel il Giornale come era logico, poi per il suo contenuto orientato nella maggior parte ha sostenere che la FIPSAS è un’associazione ambientalista.
L’errore che commette il “presidente” è quello di pensare di evitare le critiche degli ambientalisti assumendo le loro vesti, questo è l’errore che hanno commesso le associazioni dei cacciatori tanti anni fa quando pensarono di fare delle concessioni ai suddetti per placarne la “fame” ed oggi ci troviamo a cacciare dal 15 aprile di una volta al 31 gennaio e non è finita. Dicevo che le affermazione del sig. Matteoli sono pericolose, sia per i pescatori che per i cacciatori, perché fa passare l’idea che uccidere per divertimento è sbagliato, allora cosa dire della pratica che prevede la cattura e poi il rilascio, non sono sofferenze inutili inflitte ai pesci, tra l’altro tale ipotesi è sanzionata già dal codice penale all’art. 544 – ter che punisce “chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione a un animale” ipotesi che oggi trova la sua eccezione nella caccia e nella pesca: ma fino a quando ….
E’ evidente che sta succedendo nella pesca quello che è successo, tanti anni addietro, nella caccia il dividi et impera ci ha portati alla situazione attuale che non è certamente favorevole, oggi occorre invertire questa andamento sostenendo proprio il contrario delle tesi sostenute dal Matteoli e a dire uniamo i destini dei cacciatori con quelli dei pescatori, perché solo l’unione di queste due categorie che troppo spesso e volutamente sono state allontanate solo per raggiungere obbiettivi che con il nostro mondo hanno poco a che fare, può invertire la rotta. Il Matteoli sarà certamente riuscito a far riconoscere la Fipsas nell’olimpo delle associazioni ambientali entrando così nel salotto buono ma a che prezzo? Chiedetelo, sempre per seguire l’esempio dei pescatori in apnea, cosa ne pensano di essere emarginati come appestati dalle AMP nonostante la battaglia fatta ma “con scarsi risultati non dipesi però da una scarsa volontà “.
Oltre al numero per portare avanti la difesa dei cacciatori e dei pescatori occorre la volontà, occorre crederci senza ghettizzazione e senza pagelle dei buoni e dei cattivi perché i nostri destini sono uno solo.
Alessandro Fiumani
Presidente CPA