L'Italia è tra i paesi europei più restrittivi in tema di legislazione venatoria: si cacciano
meno specie rispetto ad altre realtà del mediterraneo (e non solo), per
periodi più brevi e talvolta per meno giorni alla settimana. In Francia, Grecia e in alcune zone della Spagna non vi sono per esempio giorni di
silenzio venatorio, in modo da permettere il prelievo ad alcune specie migratorie nel momento giusto del passo autunnale.
Confrontando tra loro i dati emersi dal convegno di Arcicaccia Veneto La caccia nella comunità europea (giugno 2010), si nota come nella gran parte dei paesi del Mediterraneo (Francia, Portogallo, Grecia) i turdidi si caccino per una decade in più rispetto all'Italia (capitolo a parte per Grecia e Malta dove si prelevano fino alla fine di febbraio), analogo discorso per la beccaccia, cacciata in Francia e in Grecia fino ai primi di febbraio e per gli acquatici, che nel Regno Unito in Francia in Grecia e a Malta chiudono a febbraio.
La situazione è penalizzante anche per la gestione degli ungulati. La caccia da noi parte con due mesi di ritardo rispetto a Francia, Portogallo, Austria, Germania e paesi dell'area orientale come Estonia, Lettonia, Polonia.
Anche al conteggio totale dei giorni di caccia concessi durante l'arco dell'anno l'Italia risulta il fanalino di coda della classifica.
Se in cima alla lista si piazzano Francia, Portogallo, Austria e Belgio (superando tutte le 150 giornate - si sfiorano le 200 in Francia-), l'Italia, insieme alla Spagna è la nazione che ne conta meno, attestandosi ben al di sotto delle 150, come è evidente dal grafico che riportiamo in questa pagina.