Dalla prossima stagione venatoria i cacciatori potranno
vendere direttamente (in modiche quantità) la c
arne dei cinghiali cacciati , così come quella di daini e caprioli abbattuti durante battute selettive autorizzate per il controllo numerico delle specie. Lo ha stabilito la
Provincia di Genova in virtù delle nuove linee guida regionali sulla commercializzazione di capi selvatici abbattuti dai cacciatori nella totale sicurezza sanitaria e nel rispetto delle norme europee sulla tracciabilità, il trattamento e la conservazione della selvaggina.
Una novità promossa e coordinata dall'assessore alla caccia Piero Fossati, che ha organizzato un tavolo tecnico sul tema con la Regione, le Associazioni venatorie ed agricole, le Asl territoriali, gli Atc, l'Istituto Zooprofilattico sperimentale, i Nas e la Polizia Provinciale, per valorizzare una risorsa economica del territorio e assicurare la riuscita dei piani di controllo, vista la crescita esponenziale degli ungulati. Le linee guida, risultato di quel tavolo tecnico, disciplinano la filiera della selvaggina stabilendo modalità e tempi di trattamento e trasporto del capo abbattuto e gli opportuni controlli veterinari da effettuarsi in centri di lavorazione, come i macelli attrezzati, prima della vendita della carne.
Secondo il regolamento comunitario CE 853/2004, infatti (escluso l’autoconsumo dei cacciatori) le carni della grossa selvaggina, come appunto i cinghiali cacciati possono essere immesse sul mercato solo se i capi abbattuti vengono trasportati e trattati in un centro di lavorazione riconosciuto. La Provincia, d’intesa con enti e associazioni, sta preparando anche un vademecum e specifici corsi di formazione.
“Vista l’importanza del tema e di dare corrette informazioni ai cacciatori e ai consumatori sulle procedure per queste nuove possibilità - ha commentato Piero Fossati – le sintetizzeremo in un vademecum, che prima della fine dell’anno sarà distribuito sul territorio". Per l'assessore provinciale “la corretta vendita delle carni dei cinghiali cacciati è un’opportunità che darà valore aggiunto al nostro entroterra, per questo è molto forte e condiviso l’impegno per attuare le linee guida regionali, nel rispetto delle normative europee, di tutti gli aspetti sanitari a garanzia della salute e dell’alimentazione, e favorirà le attività di commercializzazione regolare e alla luce del sole di queste carni, evitandone quei traffici sommersi, illegali e insicuri, spesso frutto del bracconaggio, che purtroppo esistono.”