L'ha vissuta come la più naturale delle attività fin da piccolo. La caccia è una parte fondamentale della sua vita per tradizione, visto che nella sua famiglia l'hanno praticata prima di lui padre e nonni. Lui, Filippo Panessa, 31 anni di Palombara Sabina (Roma), nella sua passione ci vede uno stile di vita a cui non potrebbe rinunciare, oltre che una tradizione da tramandare con orgoglio alle nuove generazioni (per il momento la figlia ha solo 4 anni).
Nella vita è agente immobiliare, ama anche la pesca e il calcio ma nei giorni permessi dal calendario si dedica con gioia alla regina in compagnia del suo setter inglese. Il suo amore per la caccia non è certo ostacolato in famiglia, la moglie, anche se non pratica, a volte lo segue volentieri per i boschi "sa che non potrebbe farmi regalo più bello”, commenta Filippo.
Nella breve intervista che ci ha rilasciato sottolinea l'importanza di difendere la caccia dai troppi attacchi che riceve, a cominciare col preservare l'immagine di un'attività rispettosa della natura e sostenibile, pretendendo per esempio il rispetto della cosiddetta etica venatoria da parte dei propri compagni di caccia. Il momento più bello? L'anno scorso, ad ottobre quando il suo cucciolone (Radentis robben), da lui cresciuto e addestrato, ha fermato la sua prima beccaccia. Indimenticabile.
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