Le polemiche francamente fuori misura per la proposta del sindaco di Rocchetta di Vara, hanno rianimato il dibattito caccia sì – caccia no. Nei blog e sui social network ci si chiede se sia opportuno parlare della gestione faunistica anche ai più piccoli, senza nascondere loro l'aspetto del prelievo venatorio, una realtà praticata ovunque, soprattutto nei territori fortemente antropizzati, dove la "cultura" animalista cerca di farla da padrone.
In realtà, anche se i giornali non ne parlano frequentemente, tutto questo avviene di consueto in molti altri comuni, nella più assoluta tranquillità, anche con iniziative che si svolgono al di fuori dell'ambiente scolastico.
Come vediamo dalla foto di questa news, tratta dal sito dell'Hunting Heritage Action Plan, in un paese ben più grande del nostro (gli Stati Uniti), l'aspetto informativo – didattico legato alla caccia coinvolge direttamente i bambini grazie ad un impegno che coinvolge le Ong ambientaliste e le associazioni venatorie.
Il Wildlife Management Institute in collaborazione con Afwa, Federazione delle associazioni venatorie, ha promosso un piano d'azione per rafforzare l'efficacia della gestione venatoria favorendo la comprensione da parte della popolazione su ciò che le organizzazioni fanno sul territorio a difesa dell'ambiente. E' infatti fondamentale che tali nozioni siano condivise dall'intera comunità (bambini inclusi), solo così gli sforzi dei cacciatori potranno essere riconosciuti e il dibattito smetterà di essere uno scontro senza soluzione gli uni contro gli altri.