La senatrice radicale
Donatella Poretti ha deciso di dichiarare guerra a tutte le amministrazioni che accettano di parlare di caccia nelle scuole senza preconcetti ambientalisti. Appreso che il caso di Rocchetta di Vara, dove peraltro le lezioni con i cacciatori non ci saranno
, non è un esempio isolato, “da notizie apparse su mezzi di comunicazione locale, nonchè su siti di associazioni di cacciatori” i radicali
Poretti e Alessandro Rosasco hanno portato l'argomento all'attenzione dei ministri
Gelmini e
Prestigiacomo con un'interrogazione parlamentare. Dai suddetti siti venatori la senatrice ha infatti appreso che sono diverse le amministrazioni locali “che stipulano accordi con associazioni di cacciatori per realizzare
progetti di 'educazione ambientale' nelle scuole, dove – a suo dire - viene esaltata la figura del cacciatore come figura addirittura essenziale per l'ambiente”.
“Considerato che l'educazione al rispetto della natura e degli animali a scuola assume un ruolo importante per la crescita e la formazione didattica e psicologica dei bambini e per il loro rapporto futuro con l'ambiente e con la società – si legge nel testo dell'interrogazione - , riteniamo che il proliferare di queste iniziative in diversi Comuni della penisola possano rappresentare per i minori in tenera eta' un inopportuno contatto con una pratica per molti discutibile come la caccia, minori ai quali peraltro quasi sempre non è offerta un'alternativa per l'apprendimento in chiave ambientalista degli stessi argomenti''.
I due esponenti radicali ai ministri chiedono se siano a conoscenza “di questo proliferare di iniziative di vera e propria azione di proselitismo perseguita dalle associazioni di cacciatori tra i bambini delle scuole italiane'' (anche se fosse, la “chiave ambientalista” può essere considerata meno strumentale? Viene da chiedersi) e se non intendano fornire delle linee guida nazionali per le direzioni scolastiche “su quali approcci i bambini devono avere a scuola nel rapportarsi alla conoscenza dell'ambiente e degli animali, favorendo per esempio percorsi formativi come quelli offerti dalle fattorie didattiche, ed escludendo sempre l'esaltazione dell'uccisione degli animali come attivita' sportiva e ricreativa''.