Fruitori attenti dell'ambiente e delle sue risorse, i cacciatori lombardi mettono fra le priorità la
caccia responsabile (72%), ponendo al primo posto (83%) il bracconaggio tra i
fenomeni che danneggiano la caccia e i cacciatori. Sono alcuni fra i dati presentati dal sociologo
Enrico Finzi di Astra Ricerche lunedì scorso alla sede della
Confindustria di Lecco, iniziativa realizzata dalla Fiocchi munizioni, e da
Cncn e Face Italia (che hanno commissionato le ricerche
Gli Italiani e la Caccia e
I cacciatori Italiani e la Caccia), con il patrocinio del Comune e della Provincia di Lecco.
L'indagine ha inoltre evidenziato che ben il 92% dei cacciatori definisce la propria passione un vero e proprio amore e messo in luce il peso politico sia a livello locale che nazionale della caccia, con il dato del 37% che dichiara di mutare le proprie scelte elettorali in base alle posizioni dei diversi schieramenti in merito. Positiva anche la percezione da parte dei cittadini: in Lombardia si dichiara a favore dell'attività venatoria il 57 per cento dei residenti, percentuale tra le più altre in Italia.
Marzio Maccacaro - direttore commerciale di Fiocchi Munizioni - spiega il significato dell’iniziativa: “Ringrazio innanzitutto vivamente il CNCN e le Associazioni Venatorie riunite in FACE Italia, per aver cortesemente messo a disposizione della Fiocchi le due indagini da loro commissionate ad AstraRicerche . Il professor Finzi ha ben evidenziato che se i risultati della prima ricerca ci permettono di capire che più la gente conosce la caccia e più l’apprezza (a favore dell’attività venatoria regolamentata è ben il 57% dei lombardi), con la seconda ha messo a fuoco l’identikit del cacciatore, le sue passioni, i suoi comportamenti, le sue preferenze”. Tra i risultati illustrati particolare attenzione va data anche il dato politico: “I cacciatori non hanno ancora individuato tra i politici qualcuno che si prenda a cuore la questione della caccia. Chi saprà ascoltarli e farsi portavoce delle loro istanze - conclude Maccacaro - potrà assicurarsi una fascia di elettorato di non poco conto”.
Le due ricerche, per l’elevato fondamento scientifico, consentono all’universo della caccia di controbattere agli attacchi portati avanti dalle associazioni ambientaliste e animaliste, spesso sulla base di dati superficiali e petizioni non verificabili per quanto riguarda l’autenticità delle firme. “Andando tra la gente - hanno dichiarato i promotori dell’indagine CNCN e FACE Italia – e facendosi vedere e conoscere anche attraverso le più ampie e approfondite ricerche sociologiche in materia mai condotte, i cacciatori italiani puntano a contrastare l’immagine distorta che finora, per comodità o per precisa volontà, ha sempre trovato più spazio nell’immaginario collettivo. Alla base di questo studio c’è l’impegno del mondo venatorio di comprendere meglio i sentimenti e le opinioni degli italiani e dei cacciatori rispetto a un tema caldo ed emotivamente coinvolgente, che troppo spesso non lascia spazio a un confronto sereno, basato su argomentazioni scientifiche”.
“Appare chiarissimo che - ha sottolineato infine il sociologo Enrico Finzi - qualora la pubblica opinione fosse resa largamente edotta del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia’, il favore per l’attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile, crescerebbe in misura consistente. Se il mondo venatorio saprà conquistare consensi all’idea e alla pratica della caccia sostenibile, esso potrà godere di un sostegno maggioritario e sempre più esteso all’interno della popolazione”