Ricorrono al Tar del Lazio
Regione e Federcaccia Toscana, dopo l’ennesimo, clamoroso
scivolone di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’organismo tecnico vigilato dal Ministero per l’Ambiente che dovrebbe supportare con le proprie competenze e ricerche il lavoro di governo del territorio e della fauna selvatica.
I FATTI
Regione Toscana chiede all’Ispra un parere per poter poi decidere sul prelievo in deroga del fringuello; l’Ispra dice di non avere i dati, sostiene che questi andrebbero reperiti su scala europea ma che questo è tecnicamente impossibile. Non ha i dati, ma emette lo stesso un parere (politico a questo punto, visto l’assenza dei numeri) sul prelievo in deroga: “ovviamente” negativo. Secondo Federcaccia Toscana, che dà la notizia "varrebbe la pena citare per intero i titoli che raccontano l’oggetto del ricorso, perché il comportamento di Ispra riesce in un solo colpo a disattendere capisaldi della normativa europea, nazionale, regionale e giù giù fino alle intese della Conferenza Stato-Regioni".
“Il ruolo dell’ISPRA in materia – ricorda il Presidente di Federcaccia Toscana Periccioli - è espressamente stabilito dalle normative vigenti e consiste nel rilascio del relativo parere tecnico su istanza delle Regioni che intendano procedere con la deroga. L’ISPRA, nella circostanza oggetto del ricorso, ha omesso di provvedere a quanto dovuto, motivando con la stupefacente circostanza che i dati non ci sono e non ci possono essere. Eppure L’UE ha già chiarito a suo tempo che è responsabilità degli Stati membri operare ‘sulla base delle migliori informazioni disponibili’. Informazioni che è compito dell’Ispra raccogliere ”.
"Insomma, l’ISPRA - continua la nota di Federcaccia Toscana - che è tenuto a rendere il parere obbligatorio e all’occorrenza determinare il metodo per definire consistenze e quantità prelevabili, non sembra curarsi poi troppo della missione attribuitagli dalla legge, finendo con l’invadere campi altrui con pareri poco tecnici e assai ‘politici’. Tale appare quello di segno negativo, destinato a causare di fatto la “ paralisi dell’azione amministrativa regionale” come si legge nel ricorso della Regione Toscana, che aggiunge: “Il parere (negativo) che si impugna è stato emanato in assenza di qualsiasi istruttoria scientifica da parte dell’ISPRA che si è limitato a affermare l’impossibilità di emanare un parere in assenza dei dati attualmente disponibili a livello europeo. Tale impossibilità non viene in alcun modo dimostrata e comunque non è stato dato neppure atto del perché non utilizzare il criterio prudenziale che si ricava dalla Guida interpretativa” (della Direttiva Comunitaria).