“Nessuno in Toscana, tantomeno la Regione, sta invocando la caccia selvaggia, ma crediamo che sia pieno diritto di un ente pubblico, come la Regione, conoscere la consistenza di una specie. Questo è quello che abbiamo chiesto”. E' la perentoria risposta dell'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Salvadori, alle polemiche scatenate dalle associazioni ambientaliste in merito al ricorso al Tar contro l'Ispra, che ha negato la deroga al fringuello senza fornire i dati relativi alla specie. Compito disatteso dell'Ispra, ricorda l'assessore, è quello di esprimersi proprio sulla consistenza numerica della specie oggetto della richiesta di caccia in deroga, (per altro avanzata dalla Regione nei modi e nei tempi previsti) e sulla cosiddetta “piccola quantità” prelevabile come da Direttiva dell’Unione Europea, nella parte che riguarda la caccia tradizionale agli uccelli.
"Ma questo – rileva Salvadori – non significa affatto che la Regione abbia intenzione di strappare la caccia in deroga ai piccoli passeriformi". Lo dimostrano i fatti – aggiunge – tanto che negli ultimi sei anni la deroga al fringuello non è stata applicata in Toscana, a differenza di quanto avvenuto in altre regioni d’Italia”. “La Regione - torna a ribadire l'Assessore Salvadori - ha il pieno diritto di conoscere la consistenza della specie, così come l’Ispra ha il dovere di esprimere i pareri tecnico scientifici richiesti dalle regioni. “Fino al 2005 – ricorda l’assessore regionale – l’Ispra rispondeva alle Regioni che ne facevano richiesta fornendo la cosiddetta “piccola quantità” della specie fringuello e dichiarava prelevabili in Italia un certo numero di questi, peraltro abbondanti, migratori. E dato l’ottimo stato di conservazione della specie, la quantità che veniva prelevata è sempre stata compatibile con la conservazione della specie”.
Poi c’è stato un cambio di linea dell’ISPRA. “Dopo il 2005 - spiega Salvadori - l’istituto ha deciso di interrompere la sua funzione di consulenza a seguito di una pronuncia della Commissione Europea in merito al metodo di calcolo adottato dall’Istituto stesso. Pertanto l’Ispra non ha più fornito i dati sulla piccola quantità alle Regioni richiedenti. Ma è la stessa Comunità Europea a ribadire che questo compito deve essere svolto, quando afferma che “è responsabilità dello Stato membro determinare la piccola quantità sulla base delle migliori informazioni disponibili”, consentendo quindi metodi alternativi di calcolo rispetto a quelli adottati in passato da ISPRA”.
“La Toscana ha perciò deciso – conclude Salvadori – di ricorrere al TAR chiedendo l’annullamento del parere dell’ISPRA. Non vedo – ribadisce l’assessore regionale – perchè la Regione non debba conoscere la consistenza di questa specie e confermo che nessuno in Toscana sta invocando la caccia selvaggia. L’ampia maggioranza con la quale è stata approvata la nuova legge regionale in materia venatoria è la testimonianza del largo coinvolgimento di tutta la società civile. Tanta demagogia in casi come questo si potrebbero evitare”. |