Il Tar del Lazio, in data 8 ottobre 2008, con sentenza depositata il successivo 16 ottobre, ha rinviato alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Lombardia e Veneto che hanno concesso la caccia in deroga per alcune specie di uccelli come storno, peppola, fringuello, pispola. La sentenza sospende il giudizio e solleva la questione di incostituzionalità delle deroghe lombarde e venete e in realtà non dice nulla di quello che la Lac, autrice del ricorso insieme al Wwf, va sventolando come cosa già certa. A sbizzarrirsi in particolar modo è Andrea Zanoni, Presidente della Lac Veneto che in un comunicato sostiene che attraverso la suddetta sentenza le leggi delle due regioni perdano automaticamente d'efficacia. Niente di più falso. La sentenza in realtà rinvia alla Corte Costituzionale l'aderenza dei dispositivi alla regolamentazione nazionale senza pronunciarsi in merito alla sospensione delle stesse, cosa che esulerebbe completamente dai poteri del Tribunale Amministrativo. La mancanza di serietà dell'approccio della Lega per l'abolizione della caccia risalta in particolar modo in alcune parti del comunicato, si legge per esempio sempre a firma di Andrea Zanoni, che sarebbe “obbligo da parte di tutti gli agenti di vigilanza venatoria denunciare alla Magistratura, per il reato previsto dall'art. 30 della legge 157/92 sulla caccia, tutti i cacciatori che già da oggi uccideranno uccellini appartenenti alle specie Fringuello, Peppola, Pispola e Storno”. Questo a nostro avviso è terrorismo psicologico consapevole e vergognoso. Da segnalare è l'atteggiamento completamente diverso del Wwf che ha invitato le regioni Lombardia e Veneto a modificare le leggi secondo i riferimenti del Tar.
La stessa Elena Donazzan, assessore alla Caccia del Veneto, ha dichiarato di aver appreso la sentenza del Tar da notizie frammentate, ritenendo che “il fatto gravissimo, non è che una legge sia o meno impugnata nel rispetto dell’ordinamento giuridico, ma che le notizie relative ad un procedimento, siano commentate o interpretate prima di essere conosciute da una delle parti ricorrenti.” “Mi scandalizza e mortifica per il rispetto verso l’amministrazione della giustizia che una associazione come la LAC, estremista nei toni e nelle forme di espressione, abbia conoscenza prima delle Istituzioni delle ordinanze di un tribunale.”
Questo è tutto quanto ci è dato sapere ad oggi, si attende ora la decisione della Corte Costituzionale ed eventuali reazioni legislative delle due regioni che stanno in questi momenti recependo le disposizioni del Tar. Antonio Vigorita, responsabile dell’ufficio caccia della Regione Lombardia, raggiunto al telefono dalla nostra redazione, sottolinea che “la sentenza del Tar non ha l'effetto della sospensione della legge approvata, pertanto per il momento le deroghe lombarde rimangono in vigore”. Regna intanto tra i cacciatori, nelle associazioni venatorie e negli organi istituzionali un clima di confusione per cui non è ancora chiaro come evolverà la situazione a questo punto. Ricordiamo al proposito che le deroghe sono già state salvate neanche un mese fa dallo stesso governo, che non ha impugnato le disposizioni.
La redazione di Big Hunter è riuscita a venire in possesso della decisione del Tar del Lazio, che mette a disposizione di tutti i suoi lettori.