Davide Senserini ha soltanto 22 anni, vive a a Paganico (GR) e studia scienze faunistiche a Firenze. E' un giovane cacciatore ma anche un vivo sostenitore di tutte le attività praticate in campagna nel segno della tradizione. Oltre a studiare dà una mano nell'azienda agricola della famiglia e nel tempo libero si dedica anche alla cinofilia e all'ornitologia. La caccia è qualcosa di più che un passatempo: “è presente in tutto quello che faccio, tutti i giorni – ci spiega Davide -: quando dò da mangiare ai miei cani, quando lavorando nel podere vedo qualche traccia, quando alzo gli occhi al cielo e vedo passare qualche migratore, in quello che studio...”.
Uno stile di vita nobile che nulla ha a che fare con le accuse estremiste rivolte a caccia e cacciatori. Cose che, secondo Davide distruggono moralmente l'entusiasmo di giovani cacciatori come lui e che minano la credibilità di chi con tanto impegno e dedizione si occupa della gestione del territorio.
A caccia col padre lui ci è andato fin da quando aveva 7 anni. “Molti potrebbero storcere il naso – spiega - ma credo che prima si inizia a seguire il proprio maestro e meglio si imparano tutte quelle nozioni di comportamento ed etiche essenziali per svolgere in tutta tranquillità la nostra attività”. Oggi si dedica alla caccia con i cani da ferma, alla beccaccia e alla volpe, per cui possiede dei cani specializzati. Per lui cani e caccia sono una cosa sola: “per me a caccia avere accanto il proprio cane è quasi più essenziale del fucile”.
Davide, che è anche presidente della sezione comunale Federcaccia di Paganico, nonché consigliere provinciale e regionale Fidc, cerca di mettersi in gioco il più possibile per cercare di cambiare le cose dove non funzionano e migliorarle quando possibile. “Le associazioni venatorie – sottolinea a proposito - raccolgono in esse la varietà dei cacciatori e delle loro idee. Non credo che siano inutili come spesso si sente dire fra i cacciatori anche se penso che potrebbero e dovrebbero fare molto più e meglio. Aspirerei a vedere una associazione unica piuttosto che molte in contrasto”. Personalmente è impegnato in varie iniziative tra cui il Progetto Rondini di Maremma e il Progetto Migratoria, collabora con Amici di Scolopax inviando le ali di beccaccia e segnando gli incontri e prende attivamente parte alla gestione di una Z.R.C.
Come molti è fermamente convinto che la caccia debba puntare proprio sul suo lato più scientifico: la raccolta e la rielaborazione sistematica di quella vastità di dati a sua disposizione, così da sopperire finalmente alla scarsità di numeri della parte ambientalista, che nel nostro paese detiene il potere in campo scientifico. Deve essere chiarito insomma un concetto su tutti: “è ormai accertato – spiega Davide - che una caccia sostenibile non arreca alcun danno alle popolazioni selvatiche e tenere persone vicine alla campagna, sempre più abbandonata e poco conosciuta, è sicuramente uno strumento gestionale e di tutela importantissimo”. Per farlo però e ottenere finalmente i dovuti riconoscimenti, bisogna in sostanza, smettere di litigare e iniziare davvero a collaborare.
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