Riceviamo e pubblichiamo:
Terzo appuntamento sul territorio in provincia di Brescia del Movimento C.R.C.A. – Civilta’ Rurale Caccia Ambiente. Costituito alla fine di tutelare e difendere i valori e le tradizioni legate alla caccia, all’ambiente, alla ruralità, CRCA si è presentato all’attenzione dei numerosi cacciatori e simpatizzanti confluiti martedì sera presso il palazzetto dello sport di Lumezzane.
Negli interventi che si sono succeduti sono stati affrontati i vari argomenti di interesse venatorio sia a livello locale e regionale, sia a livello nazionale. La priorità assoluta è quella di difendere l’attività venatoria che rischia la graduale chiusura a seguito di alcuni disegni di legge depositati in Parlamento. Questi sono fatti concreti e non chiacchiere da bar, hanno sottolineato i vertici di CRCA. Autorevoli esponenti di governo lo hanno dichiarato apertamente e nessuno li ha smentiti.
Di fronte a questo scenario, con le conseguenze che una tale decisione comporterebbe, con migliaia di posti di lavoro a rischio legati all’indotto ed alla fabbricazione delle armi, CRCA ha deciso di scendere in campo a tutela di quei valori tipici della nostra terra. La solidarietà, la sussidiarietà che si estrinseca nel mettere l’uomo al centro, il pensiero, i valori della civiltà rurale che si contrappongono al pensiero metropolitano.
I cacciatori, gli allevatori, gli agricoltori ma anche i pescatori e gli amanti della vita all’aria aperta e delle tradizioni locali non si sentono tutelati ed ascoltati dai partiti del centro-destra, né tantomeno dal centro-sinistra. Il caso emblematico è costituito dalla politica venatoria della Regione Lombardia e dal suo Presidente Roberto Formigoni. Lo scorso anno nonostante le sue assicurazioni e le promesse di Lega e PDL, non si è potuta effettuare la caccia in deroga alla selvaggina migratoria minuta (fringuello, peppola, pispola e frosone). Tutto ciò per una precisa volontà politica avversa a questa forma di caccia fortemente radicata nelle provincie di Brescia e Bergamo, mentre nella vicina Regione Veneto si è potuta praticare attraverso lo strumento amministrativo (delibera di giunta).
Quest’anno non è cambiato nulla, siamo al mese di giugno e dal Pirellone e dai Consiglieri Regionali eletti con i voti dei cacciatori non giunge alcun segnale positivo, anzi si rischia di pregiudicare anche l’attività dei roccoli in Lombardia.
A fronte di tutto ciò, CRCA non intende stare con le mani in mano ed ha predisposto, attraverso i suoi esperti in materia, un progetto relativo alla caccia in deroga cui farà seguito uno analogo sui roccoli. Tale progetto è stato sottoposto al vaglio dei CUPAV - Comitati Unitari Provinciali Associazioni Venatorie di Brescia e Bergamo che l’hanno approvato a maggioranza. Il documento sarà quindi sottoposto ai competenti organi della Regione, all’Assessore Giulio de Capitani ed a tutti i Consiglieri Regionali di maggioranza e di opposizione. Il consiglio Regionale e la Giunta, ne dovrà prendere atto ed assumersi la responsabilità politica nel dar corso o meno alla pratica delle deroghe e dei roccoli in Lombardia.
Emerge infine la necessità di un chiarimento con l’associazione ANUU – Migratoristi che dovrebbe uscire allo scoperto e chiarire definitivamente la sua posizione in merito sia nei confronti del CRCA, sia nelle procedure con le quali affrontare i problemi aperti in tema venatorio.
CRCA auspica l’unità d’intenti e l’unità nella politica venatoria ma boccia senza attenuanti quegli atteggiamenti rinunciatari che hanno causato nel tempo l’arretramento venatorio in Lombardia e nel Paese. Il prossimo incontro del CRCA è previsto per giovedì 9 giugno in Valsabbia a Sabbio Chiese presso la sala del cinema parrocchiale con inizio alle ore 20.30.
Ufficio Stampa CRCA