Riportiamo di seguito per intero il comunicato stampa di
Coldiretti sulla questione calendari venatori in merito ad un accordo che sarebbe stato firmato al
tavolo tecnico delle Regioni. A quanto ci risulta
stanno fioccando smentite da ogni parte: non solo dalle associazioni venatorie ma anche dalle Regioni, perchè l'accordo, sembra, soprattutto sulle date di apertura e chiusura ad alcune specie è di là da venire.
"Il gruppo di lavoro ristretto del Tavolo nazionale sulla caccia, dopo una lunga e faticosa mediazione, ha raggiunto l’accordo sui calendari venatori per la stagione di caccia 2011-2012. Individuate le linee guida per le Regioni sui periodi in cui è consentito l’esercizio delle attività venatorie per le specie di avifauna migratrici e non migratrici, che dovranno essere adottati entro il prossimo 15 giugno.
Al gruppo di lavoro ristretto, delegato dagli altri componenti del tavolo nazionale, hanno partecipato oltre alla Regione Puglia che ne ha coordinato i lavori in quanto amministrazione regionale capofila in materia di agricoltura, caccia e pesca: i rappresentanti regionali competenti in materia di caccia delle Regioni Emilia Romagna, Calabria, Liguria, Marche e Toscana, l’Ispra, le organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo, le associazioni venatorie nazionali riconosciute (Arcicaccia, Federcaccia, Associazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, Italcaccia, Libera Caccia), le associazioni ambientaliste (Legambiente, Fare Verde, Lipu e Wwf), l'Ente nazionale protezione animali.
L’importanza del raggiungimento dell’accordo, che sarà nei prossimi giorni inviato dal coordinamento del Tavolo nazionale a tutti i restanti componenti e alle altre Regioni, consiste nel fatto che sono stati modificati i tempi e le condizioni di prelievo delle singole specie, al fine di soddisfare le diverse esigenze delle associazioni venatorie, ambientaliste ed agricole. In tal modo si intende armonizzare l’operato delle Regioni, così che queste ultime arrivino alla scadenza del 15 giugno, avendo indicazioni certe ed univoche.
Ma l'aspetto più importante è che l’accordo consentirà di evitare che si ripropongano gli stessi problemi interpretativi destinati a provocare conflitti e ricorsi nella scorsa stagione venatoria, essendo riusciti a trovare una mediazione tra le organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo, venatorio ed ambientaliste insieme alle Regioni.
Infatti l’anno passato, a seguito di un’applicazione difforme da parte delle Regioni dell’art. 18 della legge 157/92, come modificato dalla legge comunitaria 2009, si sono registrati numerosi contenziosi presentati dalla associazioni ambientaliste presso i tribunali competenti a causa di divergenze in merito alle specie cacciabili e ai periodi stabiliti dalle Regioni per l’ esercizio dell’attività venatoria.
Né si era rivelato di aiuto in tal senso, il documento tecnico di indirizzo, redatto a luglio 2010 dall'Ispra, Linee guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92. Nel corso della discussione, il principale motivo del contendere è stato il fatto che i periodi di caccia indicati dall’Ispra per alcune specie, in base ad alcune valutazioni di ordine tecnico sullo stato di conservazione di alcune di esse, non coincidevano con quelli attualmente riportati nella legge 157/92, essendo in alcuni casi più restrittivi e, dunque, oggetto di valutazione critica da parte delle associazioni venatorie.
D’altro canto, le associazioni ambientaliste ed animaliste hanno sottolineato come spesso le Regioni abbiano di fatto ignorato come il prelievo venatorio di alcune specie sia subordinato, nelle linee guida, al rispetto di appositi piani di gestione che, spesso, non sono stati elaborati da parte delle amministrazioni regionali.
In proposito, Coldiretti evidenzia come il tema dei calendari venatori, sia di interesse anche per l’agricoltura in quanto la scelta di anticipare o posticipare il periodo di caccia, avvalendosi del maggior margine di flessibilità introdotto dalla legge comunitaria 2009, ha riflessi sui possibili danni che possono essere arrecati dall’attività venatoria alle imprese agricole, quando le colture sono ancora in campo.
D’altro canto, la scelta del periodo può essere importante quando occorre utilizzare la caccia come strumento di controllo numerico delle specie di fauna selvatica che provocano danni all’agricoltura. Inoltre, è stato sottolineato come i calendari venatori siano elaborati senza alcuna concertazione con le rappresentanze delle imprese agricole.
In sostanza, il lavoro finora compiuto nell’ambito del Tavolo nazionale é stato un impegno importante, per garantire un sereno avvio della prossima stagione venatoria e Coldiretti esprime notevole soddisfazione per l’accordo raggiunto tra le parti che hanno mostrato senso di responsabilità in quanto ognuno da dovuto rinunciare, in parte ai propri “desiderata” per raggiungere una posizione da tutti condivisa.
Una volta chiuso l’iter di approvazione delle linee guida sui calendari venatori, il Tavolo nazionale potrà finalmente affrontare la questione dei danni da fauna selvatica che è il tema di principale interesse per il settore agricolo.
(da Coldiretti.it - Ambiente e Territorio)