E' tra le fautrici del successo della caccia in rosa a Capetav 2011, Danijela Djurdjevic: una brillante tour operator perugina che da anni organizza viaggi venatori in Montenegro, sua terra d'origine, (soprattutto battute alla migratoria, beccacce, quaglie, acquatici, anatre e marzaiole) e che alla fiera umbra ha curato vari aspetti organizzativi relativi soprattutto al meeting delle cacciatrici. Di caccia al femminile si occupa anche nella sua agenzia organizzando viaggi per le cacciatrici e offerte speciali per loro (tempo fa ha ideato il progetto Diana: una particolare offerta per le donne, che potevano usufruire di alcuni giorni di caccia gratuita, info www.cacciainmontenegro.com). Un modo come un altro per incentivare le donne ad andare a caccia, magari in compagnia dei mariti in vacanza e per sfatare il mito che la caccia sia un'attività per soli maschi.
Durante i preparativi di Capetav Danijela ha contribuito all'ideazione di uno spazio–evento che rivalutasse l'immagine della donna e la sua importanza nel mondo venatorio. Le donne, ci racconta, sono forse più determinate dei loro compagni uomini. Come possono essere molto pericolose quando si schierano dall'altra parte della barricata, così possono concretamente difendere la caccia e migliorarla, portando una nuova sensibilità. “Alcune di loro - ci racconta la brava imprenditrice - sono preparatissime e in grado di mettere ko i maschi un po più prepotenti e comunque sono tutte ultra appassionate”.
Danijela non va a caccia e sebbene ad essa si sia avvicinata inizialmente solo per questioni prettamente professionali, oggi i cacciatori li frequenta anche nel tempo libero. Proprio in occasione di Capetav per esempio ha passato splendide serate ad ascoltare le storie di caccia delle amiche cacciatrici provenienti da tutta Italia, che si confrontavano e si davano consigli, il tutto con allegria e con una punta di umorismo. La caccia per Danijela è soprattutto un mondo fatto di relazioni speciali, che ritrova nei racconti venatori: “a volte mi emoziono leggendoli e consiglierei a tutti di farlo, per capire cos'è la caccia prima di giudicarla”.
“I cacciatori – dice alla nostra redazione – sono stanchi di dover dare spiegazioni, di dover rivendicare che la loro attività è completamente compatibile con l'ambiente e le sue risorse. Secondo me – sottolinea - bisogna iniziare a informare i giovani e i bambini nelle scuole che la caccia non è una cosa da temere. Va ricordato che nella caccia, al di là della legge, c'è un'etica particolare, ed anche per questo va rispettata”. Questo insegnerà ai suoi bambini: Danilo, di 7 anni e Martina, di un anno appena.
“La caccia è cultura – ci spiega ancora - è poesia, arte, passione le armi, per i cani, per la natura, ma è anche amicizia, rispetto delle tradizioni, è un legame con il proprio padre che prima di noi l'ha praticata, è anche arte in cucina (quante ricette conoscono le mie amiche!). La caccia è donna, quella che si lamenta perché si sente un po' trascurata dal marito cacciatore ma anche quella che ha scelto di partecipare, di coinvolgere sè stessa in prima persona e di immergersi in un nuovo mondo dal quale non si torna indietro, soltanto perchè è troppo bello!”. Vai alla sezione Amiche di BigHunter |