Alla vigilia della discussione, in sede di Comitato delle autonomie locali della Regione Marche, della proposta di legge regionale sulla caccia, Coldiretti Marche denuncia una sproporzione verso quelle che chiama le “lobby dei cacciatori e delle squadre che abbattono i cinghiali”.
A quanto pare nella bozza in esame mancano quella “serie di provvedimenti di emergenza” richiesti dagli agricoltori, “a cominciare – riferisce Coldiretti - dalla patente di caccia a punti con divieto per le squadre di cinghialai di occupare la stessa zona per più di una stagione e di cacciare nelle zone dove la dei cinghiali non è significativa". Inoltre, l'associazione chiede che sia possibile per gli agricoltori provvisti di licenza "cacciare i selvatici sul proprio terreno" e il commissariamento delle Province da parte della Regione Marche se il controllo degli animali non viene effettuato.
La Coldiretti, sul piede di guerra, annuncia che inizierà a chiedere alle autorità preposte di fare piena luce su dove vada a finire la carne dei cinghiali abbattuti. L'obiettivo, sottolinea il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi - è "mettere in trasparenza il settore del commercio della carne di cinghiale e dare le necessarie garanzie sanitarie al cittadino consumatore, soprattutto in un periodo in cui sono tornati a moltiplicarsi gli allarmi sanitari".