Le associazioni venatorie umbre, riunite questa mattina (20 giugno) in Regione per l'audizione sul calendario venatorio, hanno espresso i loro dubbi sull'apertura unica al 18 settembre, tornando a chiedere la doppia apertura come lo scorso anno ma con gli opportuni aggiustamenti su date, carnieri e specie. La III Commissione, presieduta da Massimo Buconi, già domani (martedì 21) esprimerà il proprio parere, necessario per l'approvazione definitiva del calendario.
Per Wladimiro Boschi del Coordinamento delle associazioni venatorie umbre è auspicabile tornare alla preapertura “da individuare in un giorno della prima decade di settembre su tutte le specie cacciabili, con accordi con le Regioni confinanti sulle date di apertura e di chiusura, e con la possibilità per i cacciatori umbri migratoristi di poter cacciare in tutti gli Atc regionali”. Anche Giulio Piccioni (Federcaccia) ritiene prioritari gli accordi con le Regioni confinanti, anche ripristinando la preapertura al primo giorno utile a tortora ed altre specie consentite. Con possibilità di cacciare il tordo dal primo giorno utile. Stefano Tacconi (Libera Caccia) ritiene che al momento la Regione possa solo "aprire alla prima domenica di settembre a tutte le specie cacciabili". Se questo non fosse possibile, aggiuge, la Regione "dica quali specie non possono essere cacciate e comunque fissi l'apertura alla tortora al primo settembre". La Libera Caccia annuncia inoltre che presenterà una proposta di legge regionale per la caccia in deroga a fringuello, peppola e frosone, "sulla base della esperienza di alcune Regioni del nord che di fatto ci sono riuscite facendo valere i dati sulla consistenza delle specie, forniti dall'Ispra nel 2005”. Anche Francesco Ragni (Enalcaccia) si è espresso per l'apertura a tutte le specie cacciabili dalla prima domenica di settembre, precisando però che “non può limitarsi alla sola tortora e che vangano rivisti i carnieri annuali per quaglia, allodole e tortora”.
Priorità di accordi con le Regioni confinanti sulle date di apertura è stata posta in ultimo dall'assessore provinciale di Terni Filippo Beco che si è comunque dichiarato contrario ad un'apertura unica, in contemporanea con il cinghiale, “sarebbe troppo invasiva se mischiata con quella alla tortora. Meglio cacciare il cinghiale dal primo novembre: una scelta che negli ultimi anni, unitamente alle selezioni mirate fatte fuori periodo in collaborazione con le squadre, ha consentito nel territorio della Provincia di Terni di ridurre i danni da rimborsare all'agricoltura del 400 per cento, passando da una spesa di 738mila del 2009 ai 178mila di quest'anno”
(Regione Umbria)