Sulla complicata discussione sul
calendario venatorio umbro intervengono anche
Cia e Confagricoltura, le quali chiedono che sia mantenuto quanto predisposto nella bozza preadottata con l'apertura unica al 18 settembre. ''Non e' possibile - sottolineano le Associazioni agricole - dare seguito a motivazioni di tipo specialistico, quando per la caccia va fatta soprattutto una politica di gestione, in rapporto all'ambiente ed alle problematiche agricole. ''L'apertura della caccia va - sostengono - percio' fatta alla terza domenica di settembre, cosi' da non arrecare danni alle colture in corso. L'anomalo andamento climatico potrebbe aver causato un ritardo nelle semine e nelle fasi vegetative delle colture, di conseguenza la maggior parte dei raccolti potrebbe essere ancora in campo se il calendario venatorio fosse anticipato. Rimandare il via alle doppiette dopo la meta' di settembre darebbe il tempo alla maggioranza degli agricoltori di effettuare le operazioni di trebbiatura.
Confagricoltura Umbria e Cia Umbria ritengono infine necessario non posticipare la data di apertura al cinghiale per limitare i danni, sempre piu' ingenti, della specie oltre alla necessita' di misure finalizzate al contenimento e al controllo della specie. Le Associazioni agricole auspicano percio' una maggiore collaborazione con il mondo venatorio per gli interventi di contenimento che sarebbe molto piu' efficace organizzare nei mesi primaverili (marzo,aprile, maggio e giugno) in attuazione di Piani di gestione ben definiti. Cia e Confagricoltura dell'Umbria ritengono,quindi, che una politica di prevenzione nel periodo primaverile possa dare risultati molto piu' consistenti nel controllo della specie cinghiale.
(Asca)