Riceviamo e pubblichiamo:
Visto quanto pubblicato per conto della Provincia di Bergamo, in persona dell’Assessore Alessandro Cottini, non posso che contestare quanto riportato in merito alla posizione delle Associazioni venatorie, che si legge in chiusura all’articolo.
Sono il Presidente della Federcaccia, ma credo che nessuno dei miei Colleghi delle altre associazioni mi potrà smentire se che nessuno di noi ha condiviso in massima parte le iniziative adottate dalla Provincia, che anzi sulla gestione del cinghiale è stata chiara sin dall’inizio nel volersi arrogare interamente la sua organizzazione.
Le lasciamo dunque volentieri oneri e onori.
Nessuna delle Associazioni ha condiviso la possibilità di permettere la caccia del cinghiale a soggetti diversi da coloro che la esercitano in squadra. E sino ad ora il prelievo fuori periodo di caccia era consentito solo a operatori faunistici che facevano parte comunque delle stesse squadre.
Inoltre si è preoccupati dal fatto che qualche agricoltore possa ora pensare di affittare i propri fondi per permettere a qualcuno di sparare ai cinghiali tutto l’anno.
Si ritiene nefasta la decisione di dare la possibilità a chi fa caccia di selezione a capriolo, cervo e muflone di poter sparare anche al cinghiale con la carabina sin dal 6 di agosto, quando chi caccia in battuta può cacciare solo da ottobre. Visto che la Provincia su questo punto era irremovibile, si era chiesto quanto meno di limitare il prelievo con la carabina al periodo in cui si caccia in battuta e comunque solo sui territori dei Comuni ove le battute non sono consentite ed il cinghiale deve essere eradicato per i danni provocati a colture di pregio. Ma nemmeno queste richieste sono state tenute in considerazione.
Da ultimo si ricorda che proprio la Provincia decise a suo tempo di passare da dodici a sei squadre, in quanto l’organizzazione in dodici squadre creava troppo disturbo per la selvaggina diversa dal cinghiale.
Quanto alle scelte organizzative, FIDC ritiene che la costituzione di squadre troppo piccole non favorisca il contenimento del cinghiale, anzi impedisca una giusta chiusura e copertura del territorio interessato dalle battute.
D’altra parte le associazioni e l’ATC già da due anni presentavano proposte di interventi per contenere la specie, nel rispetto delle forme di caccia, proposte puntualmente inascoltate.
Ad ogni buon conto si rileva, a scanso di equivoci, che anche sull’Eco di Bergamo di oggi 7 luglio 2011, la Provincia spiega che questo provvedimento è criticato e osteggiato anche dalle “doppiette”. Tanto è vero che l’Assessore, rispondendo a una polemica sollevata da Legambiente, secondo cui il nuovo provvedimento era stato adottato a favore dei cacciatori ed a scapito della comunità che paga i danni del cinghiale, sul giornale spiega che ciò non èvero tanto che gli stessi cacciatori sono contrari.
Avv. Lorenzo Bertacchi
Presidente di Federcaccia Prov. Bergamo