Il Calendario venatorio ligure è “pienamente legittimo” sotto ogni profilo tecnico secondo l'Assessore regionale alla Caccia Renata Briano, che a poche ore dall'impugnativa del Consiglio dei Ministri annuncia “i nostri uffici sono già al lavoro per creare una memoria difensiva e portare avanti le nostre posizioni che riteniamo corrette”.
Secondo la Briano il problema è semmai politico: “vorrei ricordare – sottolinea - che in consiglio regionale la Lega e il Pdl non hanno votato il nostro calendario, ritenendolo troppo restrittivo, mentre ora il Governo lo impugna perché giudicato troppo permissivo, in evidente contraddizione con loro ed evidenziando un atteggiamento completamente schizofrenico”. “Ricordo inoltre che nel corso dell’approvazione della legge in consiglio regionale il centrodestra – continua Briano – voleva inserire la possibilità di cacciare gli uccelli migratori per mezz’ora dopo il tramonto, mentre noi responsabilmente, l’abbiamo respinta”. L’assessore all’Ambiente e alla Caccia della Regione Liguria auspica che “in futuro ci sia più coerenza tra quanto si dice a livello locale e nazionale perché le Regioni, le Province e tutto il mondo venatorio hanno bisogno di certezze e non di mera propaganda”.
“Siamo convinti di aver agito nella piena legittimità e con equilibrio ed aspettiamo fiduciosi il responso della Corte Costituzionale”. Lo affermano in una nota Nino Miceli, capogruppo Pd Regione Liguria, e Valter Ferrando, vice capogruppo e Responsabile Caccia Gruppo Pd Regione Liguria. “Sul piano politico invece rimaniamo esterrefatti – aggiungono – che Pdl e Lega Nord si comportino, a livello centrale, sconfessando completamente l’operato dei loro rappresentanti liguri. A livello regionale, Pdl e Lega si sono sempre fregiati di essere sostenitori delle istanze dei cacciatori, stimolandoci continuamente con proposte di legge espansive delle possibilità di esercizio dell’attività venatoria. A livello nazionale, invece, il Governo costituito da quegli stessi partiti non è in condizione neanche di confermare il quadro normativo attualmente vigente, evidentemente condizionato dalle posizioni iper-ambientaliste di alcuni ministri come Prestigiacomo, Brambilla e probabilmente Fitto”.
(Ivg)