“Una delirante novità”, così la
Federcaccia perugina definisce la norma inserita nel calendario venatorio regionale che proibisce di cacciare la beccaccia in
condizioni di zero termico. Una beffa nei confronti di tutti gli appassionati, inutile e poco applicabile, secondo l'associazione, la quale ricorda che nella legge
157/92 vi sono già regole per la tutela della fauna selvatica in condizioni di ghiaccio e neve, senza bisogno di inventarsene di nuove.
“Come si può pretendere il calcolo della temperatura media dei due giorni precedenti nella zona prescelta per andare a beccacce?” osserva la Federcaccia perugina, secondo cui il provvedimento non tiene affatto conto “delle abitudini delle beccacce, né tantomeno del fatto che – in inverno – si assiste spesso a giornate con temperature molto al di sotto dello zero, ma senza presenza di neve o ghiaccio. Senza contare, poi, che tra zone limitrofe esistono fenomeni di escursione termica tali da rendere nulla la grossolana trovata della Regione”.
“Il tutto - secondo Fidc Perugia - avrà come unico risultato quello di aumentare il numero dei verbali e, contestualmente, dei ricorsi contro i verbali da parte dei cacciatori, intasando di pratiche le istituzioni preposte: un inutile spreco sulle tasche dei cacciatori e, per esteso, di tutti i cittadini”. "Come Federcaccia Perugia - si legge nella nota - vogliamo dire all’assessore Cecchini che i cacciatori sono persone responsabili, e che accetterebbero – e hanno già accettato, in passato – addirittura la sospensione dell’attività venatoria, ma a patto che le condizioni climatiche siano davvero proibitive".
Dal canto la Federazione Italiana della Caccia – si legge nel comunicato - è molto attenta alla conservazione della specie, tant’è che ha promosso uno studio nazionale – al quale partecipa anche l’Umbria – con l’apposizione di microchip su alcune beccacce, per conoscerne meglio abitudini e rotte migratorie. “Non possiamo accettare ulteriori strumentalizzazioni - chiude perentoria l'associazione – e, peggio ancora, divieti assurdi che traggono spunto da una norma incontrollabile e inapplicabile come quella proposta dalla Regione Umbria".