“Non siamo una categoria di vandali e distruttori, conosciamo le normative e i divieti che regolano l’attività venatoria e rimaniamo sconcertati dalle preoccupazioni espresse tramite stampa dalla Confagricoltura in merito all’apertura della caccia fissata per il 4 settembre, già di per se penalizzante e non in linea con le aspettative di molti cacciatori, che rischia di mettere a repentaglio (a detta della Federazione Umbra) colture e tranquillità degli agricoltori”.
“Come può un solo giorno di preapertura da solo appostamento, vincolata all’utilizzo di capanni esclusivamente in tela o materiali equivalenti da allestire non prima delle dodici ore precedenti l’orario consentito (compresi altri vincoli aggiuntivi), preoccupare a tal punto Confagricoltura Umbria da lanciare messaggi di “pericolo” alle Istituzioni?” si chiede Anlc Umbria.
Bene il dialogo con il mondo agricolo, ma – fa notare Anlc Umbria - la costante e necessaria ricerca di collaborazione e unità di intenti con il mondo agricolo non può sempre passare per la compressione di periodi e specie cacciabili a danno del mondo venatorio (il riferimento è anzitutto alle riunioni del Tavolo Tecnico sulla Caccia a Roma, nel corso delle quali Coldiretti e Cia hanno aderito al documento penalizzante per la caccia, redatto dagli ambientalisti).
“Rispediamo quindi al mittente, con forza e senza alimentare inutili polemiche – puntualizza Anlc Umbria - le paventate preoccupazioni di Confagricoltura, sottolineando che “la funzione della Consulta Venatoria Regionale è senz’altro quella di tutelare le esigenze di tutte le categorie rappresentate”, a patto che l’unica ad uscirne con le ossa rotte non sia sempre e solo quella dei cacciatori, equiparati più o meno palesante ad un’orda di barbari irrispettosi delle normative vigenti in materia. Siamo da sempre pronti al dialogo ed alla collaborazione – conclude - per la legittima e reciproca (ripetiamo…reciproca) tutela degli interessi delle categorie rappresentate”.