Con la convinzione che da tempo “sia in atto il tentativo di destrutturare un sistema organizzativo di controllo della specie cinghiale basato sulla centralità delle squadre”, il Coordinamento che le riunisce in Umbria chiede alla Regione immediate modifiche al calendario venatorio e annuncia, qualora non fossero prese in considerazione, una protesta di piazza a Perugia il prossimo 15 settembre, cui seguiranno “tutte le iniziative lecite consentite, sia giuridiche che politiche”.
La modifica, come più volte ribadito dai cinghialai – in accordo, affermano le squadre, con la maggior parte delle associazioni venatorie e con le Province, propongono “l'apertura della caccia al cinghiale il 1 ottobre e chiusura il 31 dicembre, consentendo la caccia sia in forma singola che in battuta per tre giorni la settimana nei giorni di giovedì, sabato e domenica, e prevedendo la possibilità per le provincie di posticipare tale data o, ove necessario, prevedere interventi di contenimento”.
Il Coordinamento, che riunisce 250 squadre e 12 mila cacciatori umbri, rivendica i buoni risultati ottenuti finora sul fronte del controllo della specie, certificati dai dati sui danni all'agricoltura – in sensibile calo -, e critica la scelta della Regione di spostare tre giorni di caccia al cinghiale dalla prima settimana di ottobre al 18, 24 e 25 settembre. I cinghialai fanno notare che non si produce alcun effetto positivo per l'agricoltura (e comunque si sarebbe potuto pensare – osservano - ad appositi prelievi indicati dalle province). Visto che quelle sono anche le date dell'inizio della stagione venatoria, aggiungono i cacciatori, “consentire che in quei giorni si possa sparare con munizioni a palla aumenta il rischio di incidenti”. Altro punto criticato, che per le squadre “incentiva la conflittualit�tra cacciatori” è quello che permette ai singoli di cacciare il cinghiale anche il lunedì e il mercoledì.