"Se il governo non cambierà atteggiamento verso la caccia e la civiltà rurale e se il Ministro Michela Vittoria Brambilla non rassegnerà le proprie dimissioni entro fine 2011, sarà parito politico". E' quanto dichiara un comunicato del CRCA, riferendo degli intenti emersi durante l'assemblea dei suoi iscritti, avvenuta sabato 16 luglio a Brescia, secondo una proposta approvata all'unanimità dai vertici del movimento.
Nel dettaglio la proposta prevede "che il governo Berlusconi mantenga fede alle promesse fatte in materia venatoria e previste dal programma" ovvero, la revisione e armonizzazione della 157/92, nonchè "un cambiamento radicale sulla politica venatoria" che dia un segnale concreto a quella scarsa considerazione percepita da un milione di cacciatori, agricoltori e allevatori. "In gioco - torna a ribadire CRCA - ci sono migliaia di posti di lavoro legati all'indotto", come quelli impegnati nel settore manufattoriero delle armi della Val Trompia, vera eccellenza del settore.
"Si tratta di un bacino di voti stimato in oltre 3 milioni, in gran parte - si legge del comunicato - fidelizzato verso il centro - destra, ma tradito dalle promesse non mantenute". A peggiorare la situazione è intervenuta la Brambilla con le sue dichiarazioni "mai smentite dal Governo" scrivono dal CRCA, che "fanno delineare un quadro preoccupante per interi settori economici". "Se non rassegnerà le sue dimissioni - dichiara il movimento - potrebbe comportare la sconfitta della sua coalizione contribuendo alla nascita di un nuovo partito: non quello delle doppiette - concludono - ma quello della Civiltà Rurale, in contrapposizione con il pensiero metropolitano. Il partito dei 100 per cento onesti".