Si è concluso il lungo
lavoro della Commissione Agricoltura della Camera sui
danni causati dalla fauna selvatica al settore agricolo e zootecnico, avviato dopo la presentazione di tre proposte di legge in materia. Le conclusioni dell'indagine conoscitiva sono state illustrate oggi, martedì 26 luglio in una conferenza stampa alla Camera dall'Onorevole Faenzi. Quello che emerge è un
quadro allarmante, a cui è necessario porre rimedio adottando anzitutto protocolli condivisi e uniformi per la raccolta e l'organizzazione dei dati e misure di prevenzione più efficaci.
Sul fronte cinghiali e ungulati dalla relazione presentata alla Camera si evince la possibilità di introdurre divieti, eventualmente temporanei, di nuove immissioni sul territorio e quella di adottare un piano di gestione complessiva a livello nazionale. Si è ipotizzata l'individuazione di aree vocate alla presenza faunistica rispetto a quelle destinate all'attività agricola, con una particolare attenzione al concreto funzionamento delle aree contigue in modo che le stesse possano svolgere la funzione di "zona cuscinetto". Questa indagine, ha ricordato la Faenzi, sarà la base per una proposta normativa in materia, un punto di partenza per una riforma della pianificazione faunistico-venatoria del territorio e della programmazione dell'attività venatoria, adeguata ai nuovi orientamenti di politica agricola comunitaria.
Altre emergenze riguardano i danni causati da specie protette come il lupo, l'orso, l'aquila reale e lo storno per cui occorre dovranno essere valutate, nelle situazioni più allarmanti, azioni di contenimento e di cattura, secondo quanto previsto dall'art. 9 della Convenzione di Berna. Cambieranno alcune modalità di gestione per l'allevamento, che - ha dichiarato la Faenzi - non può più svolgersi allo stato brado". Quanto al problema delle risorse finanziarie necessarie per assicurare i dovuti indennizzi agli agricoltori – si legge nella relazione approvata lo scorso 20 luglio dalla Commissione- si è ritenuto che, da un lato, occorrerebbe considerare vincolati a tal fine i proventi derivanti dal pagamento della tassa di concessione governativa dovuta dai cacciatori ed attribuita per il 50% alle regioni, dall'altro, sarebbe auspicabile istituire un sistema per la copertura dei danni da fauna selvatica, tramite l'istituzione di un'apposita sezione del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali.