E' arrivato con il voto segreto l'ok alla caccia in deroga per la prossima stagione venatoria in Consiglio regionale della Lombardia. Con 39 sì', 12 no e tre astenuti, la legge che riuniva i tre diversi provvedimenti presentati (da Pdl, Lega e Udc- PD), ha finalmente visto la luce. Durante la seduta tutti respinti i 76 emendamenti di Idv e Sel, ok invece all'ordine del giorno del Pd che impegna ufficialmente la Giunta a chiedere al Governo di interagire quanto prima con la Commissione Europea per fare chiarezza sulle normative venatorie e porre così rimedio alle incertezze legislative sulle deroghe.
“La nuova formulazione di questa legge –ha evidenziato il relatore Mauro Parolini (PdL)- recepisce le indicazioni delle sentenze dello scorso anno e ci dovrebbe così mettere al riparo dal rischio di vedere il provvedimento impugnato dalla Corte Costituzionale. Nei suoi contenuti il testo è equiparato e rispettoso delle direttiva europea in materia, alla quale si rifà direttamente: il prelievo delle specie in deroga quest’anno viene limitato entro una quota inferiore all’uno per cento”.
Nella stesura del provvedimento - riferisce una nota della Regione Lombardia - i firmatari hanno tenuto conto dell’ultimo prospetto riassuntivo emanato dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ora Ispra) e dell’ultima pubblicazione in materia edita dalla BirdLife International, in assenza di segnalazioni successive che contrastano con tali dati. Si individua pertanto la possibilità di cacciare in deroga le specie storno (dal 18 settembre al 31 dicembre, 10 capi giornalieri e 50 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 165mila capi cacciabili sul territorio regionale), fringuello (dal 1 ottobre al 18 dicembre, 20 capi giornalieri e 100 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 310mila capi cacciabili sul territorio regionale), peppola (dal 15 ottobre al 18 dicembre, 5 capi giornalieri e 25 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 39mila capi cacciabili sul territorio regionale), pispola (dal 1 ottobre al 13 novembre, 10 capi giornalieri e 50 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 21mila cacciabili sul territorio regionale) e frosone (dal 1 ottobre al 20 novembre, 5 capi giornalieri e 25 stagionali a cacciatore per un numero massimo di 13mila capi cacciabili sul territorio regionale).
“Con questo provvedimento –ha sottolineato il presidente della Commissione Agricoltura Carlo Saffioti- abbiamo dimostrato ancora una volta alle associazioni venatorie l’impegno e la volontà di garantire la caccia in deroga, nonostante le oggettive difficoltà esistenti e la mancata modifica della legislazione nazionale vigente in materia", "consapevoli - ha aggiunto - che la caccia è una delle più antiche e nobili tradizioni della nostra Regione e la sua pratica costituisce un presidio indispensabile in molti territori regionali altrimenti abbandonati a se stessi”.
I rappresentanti della Lega Nord hanno espresso soddisfazione per il voto in Consiglio regionale: “A parte l’incidente di percorso dello scorso anno –hanno evidenziato- la maggioranza in Regione ha sempre garantito negli ultimi 15 anni la pratica venatoria, che non può e non deve essere solo una questione di bandiera politica, ma che deve essere frutto della maggiore condivisione possibile”. Soddisfatti anche i rappresentanti dell’UdC Gianmarco Quadrini e Valerio Bettoni, che hanno rimarcato come il provvedimento approvato oggi recepisca appieno il progetto di legge presentato dal loro partito: “Dopo la spiacevole empasse verificatasi a ridosso della scorsa stagione venatoria –hanno detto Quadrini e Bettoni-, la maggioranza ha ritrovato la coesione necessaria per compiere un atto di responsabilità che ha portato alla condivisione di due leggi che hanno recepito buona parte delle indicazioni contenute nelle nostre proposte”.
Il Consiglio regionale - si legge nella conclusione della nota regionale - tornerà a riunirsi domani mattina venerdì 29 luglio alle ore 10 per l’esame del provvedimento (relatore Roberto Pedretti, Lega Nord) che consente l'utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province, e dalle stesse distribuite ai cacciatori.
(Regione Lombardia)