Sulla vicenda delle lezioni organizzate dall
'Anuu Migratoristi nelle scuole primarie di Nave (BS) e più in generale sulle iniziative didattiche dei cacciatori per l'educazione ambientale dei ragazzi, abbiamo assistito ad un ring tra gli animalisti spalleggiati da esponenti politici vicini a quelle sensibilità e cacciatori, a Nave difesi addirittura da
un'intero consiglio comunale, Lega Nord capofila. Ora è l'
Anuu Migratoristi, che tramite il suo esponente Cacce Tradizionali, in un comunicato mandato alla stampa ricapitola quanto accaduto traendone le dovute considerazioni. Ecco l'intervento di
Andrea Trenti:
"Apprendiamo di alcuni comunicati apparsi sugli organi di stampa da parte del Coordinamento delle Associazioni Animaliste e Ambientaliste bresciane riguardante l'importante iniziativa svolta dalla nostra Associazione venatoria in collaborazione con il Comune di Nave. Un doveroso ringraziamento vada per questo a tutte le forze politiche di Nave che con estrema sensibilità hanno riportato nell'educazione ambientale scolastica la figura del cacciatore al pari di altre Associazioni, riconoscendo il diritto di trattare le proprie esperienze vissute quotidianamente nell'ambiente che ci circonda.
Di fronte a ciò certo non dobbiamo giustificarci, tuttavia è opportuna una riflessione rivolta a tutte quelle persone che, con senso d'umiltà e apertura mentale, sanno valutare oggettivamente il ruolo del cacciatore nelle dinamiche sociali, ambientali, solidali, culturali, tradizionali ed economiche.
La conferenza stampa organizzata martedì 26 luglio 2011 è stata pianificata dall'ANUU sezione di Nave, con invito rivolto alle persone ed alle forze politiche che hanno avuto il coraggio di promuovere le iniziative didattiche nelle scuole e non alle Associazioni o partiti che invece hanno preferito denigrare la nostra attività e dignità di comuni cittadini.
La “querelle” è iniziata molti anni fa quando in tutte le scuole bresciane e italiane parlare di tradizioni rurali era la normalità, mentre ora qualcuno vorrebbe cancellare e rinnegare la storia a vantaggio di una nuova logica “ambientalista” lontana dai cicli naturali della vita e dell'ambiente.
Il nostro obiettivo è stato e sarà sempre quello di parlare ai bambini ed ai giovani del confronto con la natura, della conoscenza della flora – fauna e delle tradizioni del nostro territorio, della gestione ambientale e della conoscenza della ruralità, facendo tornare nelle scuole agricoltori, cacciatori, pescatori, boscaioli, allevatori per non disperdere saperi e valori che hanno costruito intere comunità di persone in perfetto equilibrio con l'ambiente.
Vogliamo che i nostri figli crescano lontani da una logica di pensiero “metropolitano” di animali umanizzati in cui l'uomo risulta un problema e rivendichiamo il diritto di educare i nostri figli al rispetto dell'ambiente e alla conoscenza di secoli di cultura, lavoro, tradizioni e socialità che sono espressi sul nostro territorio come insegnamenti di vita e come risorsa.
E' giusto e doveroso che ognuno possa esprimere la propria opinione, altrettanto legittima è la critica di pensiero alle scelte che ognuno promuove, ma riteniamo fuori luogo il disprezzo gratuito nei confronti della figura del cacciatore: la società civile non ha bisogno di demagogia bensì di una oggettiva visione di azioni concrete a cominciare dalle innumerevoli iniziative di pulizie e ripristini ambientali – assai numerose proprio nel Bresciano – esercitate dai cacciatori e dalle molteplici iniziative di solidarietà compiute dagli stessi.
Non vogliamo avere un mondo di cacciatori, nessuno pretende che tutta l'opinione pubblica sia a favore della caccia, semplicemente esigiamo l'accettazione ed il rispetto di una pratica nata con l'uomo e gestita in modo meticoloso nel rapporto con l'ambiente senza intaccarne minimamente il suo valore: una tradizione salvaguardata in tutta Europa per le innumerevoli qualità che purtroppo in Italia diventano terreno fertile di sterile polemica.
Oggi assistiamo alla rimozione del concetto di prelievo, preda e gestione senza il rispetto del ruolo che l'uomo riveste nell'equilibrio ambientale. L'educazione impartita dai nostri genitori e familiari rischia di essere sostituita da una nuova moda imperante che vuole cancellare la storia e le tradizioni rurali a vantaggio di un nuovo “filosofico pensiero” in cui l'alieno cacciatore è il distruttore della natura e quindi per salvaguardare i giovani è necessario piangere una pianta abbattuta in una metropoli oppure far credere che il pollo nasca tra i banconi del supermercato.
Stiano pure tranquilli i genitori dei molti comuni nel Bresciano (e non solo...) che i loro figli non sono in pericolo, solo perché alcuni cacciatori (padri come tutti di altri esseri umani) a titolo volontaristico parlano di ciò che compete a loro così come hanno fatto i nostri avi per intere generazioni. Quando una cultura popolare rispecchia la storia di una comunità di persone possiamo solo accettarne l'esistenza e provare a conoscere per capire e rispettare i loro modi di vivere: questo sarebbe l'atto più coerente che il mondo politico e l'opinione pubblica dovrebbero esercitare anche nei confronti della caccia".
Responsabile Cacce Tradizionali
Andrea trenti