L'attacco di Arcicaccia alla Face dopo le posizioni espresse sull'Ispra per l'Associazione Nazionale Libera Caccia (Anlc), in un comunicato dal titolo esaustivo “Arci stanchi dell'Arcicaccia”, non fa che dimostrare come quest'ultima remi in direzioni completamente opposte alla realtà venatoria italiana.
I rilievi documentati delle associazioni aderenti alla Face, sottolinea Anlc, hanno portato in evidenza le conclusioni contraddittorie dell'Ispra che si discostano anche da quelle degli altri paesi mediterranei. A riprova di questa considerazione Anlc fa presente che in Francia (come è stato illustrato durante il Simposio internazionale sulla beccaccia di Parma) grazie allo studio sulle gonadi sarà possibile cacciare questo selvatico fino al 20 febbraio, è infatti solo dalla terza decade di questo mese che si ha un aumento del dosaggio ormonale delle gonadi nella beccaccia. Anlc fa poi notare come l'atteggiamento nei confronti dell'Ispra non è stato preconcetto ma tradotto in formali quesiti documentati da un lavoro certosino di tecnici qualificati a cui non sono seguite le necessarie risposte rispetto alle annose e contraddittorie questioni legate ai periodi di migrazione.
Al contrario, l'Ispra ha presentato il nostro paese – scrive Anlc in riferimento al rapporto presentato a Cipro lo scorso luglio– come un vero e proprio 'far west' normativo e comportamentale equiparando sostanzialmente i cacciatori a disonesti e bracconieri, con evidenti forzature e parallelismi che, oltre a non rispondere in alcun modo alla realtà, squalificano a livello internazionale l’immagine di tutti i cacciatori italiani”, atteggiamento inqualificabile per un ente che rappresenta la Pubblica Amministrazione. Rispedendo al mittente (Arcicaccia) le affermazioni rispetto a “interessi di casta politica” e “mercanteggiamento della fauna selvatica” la Libera Caccia ricorda i “comportamenti politici alla Ponzio Pilato in n fase di approvazione dell’art. 42 della Legge Comunitaria”, che potevano essere evitati “da quella componente politica che Arcicaccia rappresenta palesemente”. Così come durante i lavori del Tavolo “poco Tecnico – scrive Anlc – e tanto politico sulla caccia coordinato da Stefano sul tappeto del quale l’arcicaccia ha tentato di giocare la carta di “ ulteriori e inutili restrizioni” all’attività venatoria e che continua tutt’oggi a sostenere, con lo scopo di costringere al rispetto di vincoli non obbligatori e non richiesti le Regioni”.
A questo proposito infine Anlc ricorda che “la stessa arcicaccia ha avallato la richiesta esplicita dei propri partners di cordata, chiedendo non una “applicazione corretta” della 157/92, ma bensì una posizione “politicamente mediata”…alla faccia della certezza del diritto!”.