“Questa Italia
ha bisogno anche del mondo venatorio”. Con queste parole
Ermete Realacci, leader ambientalista e responsabile Green Economy del Pd, dalle pagine del periodico dell'Arcicaccia, si appella ai cacciatori affinchè promuovano una
caccia sostenibile, rispettosa delle norme Ue e lontana da certi estremismi. Il centro destra per Realacci negli ultimi 10 anni ha fomentato la parte più miope dei cacciatori, “
rischiando di produrre uno scontro che sarebbe oggi anacronistico e devastante per il mondo venatorio”. “E, devo dire – aggiunge - in qualche regione, anche il centrosinistra non ha dato buona prova di sé.”.
Occorre quindi ristabilire e mantenere posizioni equilibrate, capacità che ha avuto l'Unavi dei tempi migliori secondo il rappresentante del Pd, che ricordando il pericolo sventato sul referendum, evoca il ruolo chiave di “due grandi leader, Giacomo Rosini e Carlo Fermariello”, che “seppero tenere un punto di equilibrio”, compito poi assolto dall'Arcicaccia. Il referente del Pd dà infatti all'associazione il merito di aver sventato il pericolo di un nuovo referendum, idea lanciata sulla spinta dell'opposizione al testo Orsi.
“La mia contrarietà – sottolinea il deputato del Pd - non era tanto legata alla paura del quorum, come nel caso del nucleare, ma alla preoccupazione di fare passi indietro: di tornare ad indicare i cacciatori come uno dei principali problemi ambientali del Paese, con le conseguenze che, quorum o non quorum, ci sarebbero state. Tutti possono oggi poi immaginare quale sarebbe stato il risultato di un referendum in materia di caccia nella tempesta perfetta prodotta dalla mobilitazione sull’acqua, sul legittimo impedimento e soprattutto sul nucleare dopo l’incidente di Fukushima”.