"Siamo al 16 agosto e ancora non è stato siglato nemmeno un accordo con le regioni limitrofe. Sembra che quest’anno sarà molto difficile, per esempio, andare a caccia a Viterbo, Rieti ecc". Sono questi secondo il presidente Fidc Spoleto, Luciano Calabresi, "i primi frutti del nostro pessimo calendario venatorio, che prevede, tanto per cominciare, una preapertura diversa rispetto a tutte le altre regioni, il che mette a serio rischio gli accordi con le zone limitrofe". "Tra l’altro – prosegue il presidente spoletino – il primo calendario preadottato neanche prevedeva la preapertura al 4 di settembre… E ancora, non v’è traccia di deroghe nel nostro calendario, mentre in Lombardia e Veneto lo storno si caccia per legge”.
Non va meglio sul fronte caccia al cinghiale per cui Calabresi critica l'apertura al 18 settembre, in palese violazione - dice - della legge-quadro nazionale 157/92, che prevede l’apertura al cinghiale il primo novembre o, al limite, il primo ottobre e pericolosa per le altre forme di caccia in atto. E sul fronte beccaccia, con "l’assurda regola dello zero termico in gennaio". Calabresi rivolge un appello alla Provincia di Perugia e in particolare al presidente Marco Vinicio Guasticchi, particolarmente sensibile alle tematiche del mondo venatorio, affinché si adoperi per raggiungere gli accordi con i territori limitrofi al nostro e, contestualmente, convinca la Regione ad apportare le giuste modifiche al calendario venatorio. Prima fra tutte quella alla lettera ‘M’, per consentire la preapertura anche ai cacciatori umbri che hanno preso la residenza venatoria fuori regione”.