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Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness


martedì 23 agosto 2011
    
Riceviamo e pubblichiamo:
 
Egregio Professor Gherardo Ortalli,

il giorno 20 agosto 2011 è comparso su alcuni quotidiani locali del Veneto un Suo intervento dal titolo “Nessuno può dire l’ambiente lo gestisco io” a corollario di un più ampio servizio sul tema della “Cultura rurale” pieno zeppo delle solite imprecisioni e di luoghi comuni che fioccano solitamente quando si discute attorno ad argomenti generalmente poco conosciuti.

E’ doveroso da parte mia, in qualità di delegato del Veneto dell’associazione ambientalista Wilderness Italia che si prefigge tra i suoi obiettivi anche quello della corretta divulgazione del relativo concetto filosofico di conservazione, fare chiarezza su quanto da Lei riportato in maniera, a mio avviso, piuttosto approssimativa. Del Suo articolo, condivido solamente il titolo: “Nessuno può dire l’ambiente lo gestisco io”. Bene…quali sono le associazioni ambientaliste che hanno monopolizzato negli ultimi 40 anni lo scenario ecologista italiano? Non sono forse sempre le stesse?

Io sono dell’opinione che un vero ambientalismo, fatto anche di dibattiti costruttivi come quello americano per esempio, serio e ragionevole, qui da noi non sia mai esistito e negli ultimi anni esso abbia addirittura virato clamorosamente verso un animalismo che risponde esclusivamente a “necessità” della sfera emozionale dell’uomo, ponendosi spesse volte in antitesi rispetto ai veri bisogni dell’ambiente. In Italia c’è ancora una tremenda confusione tra ciò che significa essere ambientalisti o animalisti, per quali battaglie vale la pena spendere le proprie energie o quali parametri usare per sentirsi definire dei veri “amanti degli animali”. Spesse volte, dimostrare un affetto spasmodico nei confronti del proprio cane e gatto da salotto, pur non sapendo magari riconoscere una gallina da un tacchino, è sinonimo di positiva sensibilità nei confronti delle tematiche che riguardano il rapporto uomo-natura-animali…insomma, ci si sente dei veri amanti degli animali, rispettosi dell’ambiente. Il progressivo distacco dalla natura invece ha condotto l’uomo occidentale ad uno stile di vita completamente estraneo e sempre più lontano dalla necessaria semplicità cui dovremmo nutrirci quotidianamente e che possiamo ritrovare solo ed esclusivamente attraverso un rapporto sereno ed attivo all’interno di essa. Nessuno può dire: “l’ambiente lo gestisco io” come hanno fatte le associazioni ambientaliste finora, tantomeno chi quell’ambiente non lo vive, non ne sa riconoscere l’importanza anche spirituale per l’uomo e “droga” la propria mente con immagini televisive “neo-ruraliste” teorizzando sulla natura e quasi mai praticandola o vivendola. I “neo-ruralisti” di città infatti sono una tremenda piaga per il nostro territorio; non hanno mai vissuto la campagna ma vorrebbero dettarne le regole in quanto in qualche maniera, non si sa come, non si sa il perché, si sentono legittimati a farlo (Lei saprebbe professore spiegarmi il perchè di questo curioso fenomeno?). Ecco allora che per gli “ambientalisti nostrani”, avulsi dai problemi legati al territorio rurale, le volpi in esubero per esempio non si dovrebbero mai toccare, nemmeno quando l’eccessiva presenza mette a serio pericolo la tradizione degli allevamenti famigliari, ottimi esempi invece del vivere sano, naturale ed “ecosostenibile”; le nutrie sono carine e vanno lasciate li dove sono perché non è vero che creano danni al territorio ed alla biodiversità, la pesca e la caccia vanno abolite perché pratiche barbare che non servono più, fino ad arrivare, nei casi più estremi, a pubblicizzare le allegre e felici fattorie non-violente (ultima trovata di questa Italia “animal-friendly”) in cui mucche e galline muoiono di vecchiaia, ovviamente condannando le fattorie tradizionali.

Quando si discute attorno alla questione animale od al rapporto tra uomo e natura, sembra sia svanita la ragionevolezza. L’arroganza e la supponenza di questo uomo moderno lo porta ad ergersi spesso quale miglior difensore di una natura che però non conosce e che gli è ormai completamente estranea. In un passo del Suo articolo, pur condividendo che la pratica della caccia è parte della tradizione dell’uomo, sottolinea che tutto ciò non significa nulla, ovverosia non la legittima, perché ci sono tradizioni buone e tradizioni cattive. Lei forse può dirci quali sono quelle buone e quelle cattive? Il Palio di Siena lo teniamo o lo abroghiamo? La caccia è più o meno violenta della pesca? Quale delle due è degna di quest’uomo “super-civilizzato”? Le sagre paesane che da centinaia di anni ruotano attorno a quel sano (per alcuni malato) rapporto che esisteva un tempo tra l’uomo e gli animali, sono buone o cattive? Insomma, chi deve decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato? Forse l’uomo occidentale di città che si ritrova la fettina cotta sul piatto e non sa neppure a quale animale appartenga quella carne, magari buttandone mezza sulla spazzatura?

Io non ci sto!
Abroghiamo l’arroganza e l’ipocrisia piuttosto e vestiamoci d’umiltà, ecco cosa dobbiamo fare affinchè il nulla esistenziale cui siamo prede non continui ad “ammazzare” di solitudine i nostri figli. La Wilderness, nei suoi concetti più profondi, insegna tutto questo e lo può fare a pieni titoli perché chi ne fa parte non fa ambientalismo da salotto ma vive il territorio quotidianamente proprio come gli agricoltori, i pescatori, i cacciatori, gli allevatori, la gente che abita e vive quei luoghi; persone che hanno magari scelto uno stile di vita più semplice, accontentandosi di ciò che la terra gli offre e che sanno riconoscere l’importanza di mantenere un contatto diretto con essa. La Wilderness non è un concetto ingenuo ed anacronistico come scrive Lei. Lo è forse per chi non sa neppure che certe cose esistono ancora. Salvare anche un solo lembo di terra per lasciarlo selvaggio, o sapientemente coltivato, contemplando al suo interno un uomo perfettamente inserito nei cicli della natura, dovrebbe essere il faro che guida questa società verso le vere, serie e costruttive tematiche ambientali. Si progettano parchi in funzione dello sfruttamento turistico, gestite proprio da quelle associazioni che c’hanno fatto credere per molti anni che solo loro erano capaci di gestire e salvare l’ambiente, si finanziano grosse ricerche, si sentono pareri di luminari uomini di scienza ma alle comunità locali viene sempre riservata una parte marginale, se non nulla. Io penso invece che esse costituiscano uno scrigno insostituibile di sapienza. Proprio come il filosofo Henry David Thoreau, ispiratore della Wilderness, penso anch’io che il parere di un contadino per la cura sapiente della terra, o di un pescatore per la pulizia di un fiume, o di un cacciatore per il mantenimento delle zone selvagge e della fauna, valga più di mille parole dette da qualsiasi luminare che studia sulla carta topografica, avanzando pretese di gestione su un territorio che non ha mai visto.

Questo è il concetto della Wilderness ed esso può applicarsi per qualsiasi lembo di terra non ancora inquinato dall’implacabile sete di potere e soldi dell’”uomo bianco che viene dalla città”. In Italia ci sono 64 aree Wilderness; la più grande è proprio qui in Veneto, la Val Montina. E’ una zona impervia e selvaggia, teatro delle avventure descritte anche sui famosi libri di Mauro Corona. Lo scrittore, con la valle, i suoi uomini, i suoi cacciatori, le sue tradizioni è un tutt’uno (questo è il “pensare come una montagna” che sta all’origine della filosofia Wilderness). Per chi vive quei posti non esistono visioni dualistiche uomo-natura e non è affatto anacronistico pensare che ancor oggi sia possibile, che tutto ciò debba conservarsi così com’è, uomo e sue antiche attività comprese. Mi ritengo tra i fortunati ad avere questo tipo di visione; anch’io vivo molto con i prodotti che mi offre la terra e più per il piacere in sé, visto che potrei tranquillamente rivolgermi al supermercato, ritengo fondamentale questo tipo di rapporto perché a mio avviso costituisce ancora un’ottima scuola di sani principi e valori da trasmettere, capaci di influire positivamente anche sulla visione dell’esistere e del divenire. Questo è il nostro stile di vita, innegabilmente diverso rispetto a quello di chi da sempre abita le città e trovo alquanto strano, oserei dire paradossale, che qualcuno si “permetta” di insegnarci cos’è moralmente giusto e cosa invece non lo è, specialmente se quel qualcuno vive tra l’asfalto ed il cemento di una grande grigia città.

Aldo Leopold, padre dell’ambientalismo scientifico e considerato tuttora il più grande ambientalista mondiale, ha speso la sua vita per divulgare questi concetti, tra le sue montagne, in una fattoria, praticando anche la caccia; se al mondo ci sono milioni di ettari di territorio Wilderness, strappati da una cementificazione assurda da una parte e dalla “parcomania” del turismo di massa dall’altra, il merito è del cacciatore Leopold!


A disposizione per qualsiasi confronto, Le invio i miei migliori saluti.

Massimo Zaratin
Delegato Regione Veneto Wilderness Italia

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26 commenti finora...

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Grazie a te...a tutti quelli come te e a Lui!! ;-)

da Ezio 25/08/2011 12.14

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Antonio Pinotti c'è, e lotta con NOI! Grazie Ezio!

da massimo Zaratin 25/08/2011 11.06

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

PER BRIGANTE MAMMONE: almeno abbi l' onesta' intellettuale e la chiarezza di firmarti con nome e cognome prima di denigrare Wilderness e denigrare la caccia. Evidentemente non conosci nemmeno i fondamentali in materia di caccia e fauna selvatica. Non sai nemmeno che l' impatto dell' attivita' venatoria regolata sulla fauna e' semplicemente risibile....altrimenti come mi spieghi che a essere minacciate di estinzione sono SOLO LE SPECIE CHE NON SONO OGGETTO DI CACCIA????? Ignori che a Nagoya (sai cosa si e' svolto a Nagoya???) la caccia e' stata riconosciuta come un fattore che NON PREGIUDICA LA BIODIVERSITA'. Ignori che la stessa ISPRA ha riconosciuto che la caccia non e' un danno per la fauna, nemmano in Italia. Se ti chiedessero cosa sia la "piramide biotica" di Elton, non mi meraviglierei se tu rispondessi che e' l' ultima canzonetta di Elton John il cantante....... INFORMATI PRIMA DI PARLARE O SCIVERE SU COSE CHE NON SAI E NON CONOSCI !!!

da Fabrizio 25/08/2011 10.01

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Non è contemplato questo tipo di forma come su FB ma io caro Ezio dico che il tuo post: mi piace.

da marcello lentini 24/08/2011 21.43

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Non si può fare una richiesta, anche in bollo, per avere la maggioranza di persone che tengono le redini di questo Paese uguali uguali a Massimo Zaratin??? Per fortuna c'è lui, Franco Zunino di Wilderness, Massimiliano Filippi di Federfauna e pochi altri, che riescono ad essere sempre così semplici, umili, mai arroganti, ed allo stesso tempo efficacissimi nell'esprimere i sentimenti che animano chi ormai si sente chiuso in un angolo da un mare di menzogne, di furbizie, di ipocrisia URBANA.... Manca fisicamente il grande Antonio Pinotti ma credo che il suo spirito si dia comunque da fare. ;-)

da Ezio 24/08/2011 17.10

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

x brigante Mammone: le consiglio di orientare il suo scetticismo contro coloro che hanno rovinato la caccia e che si dichiarano apertamente suoi nemici. L'AIW nel panorama ambientalistico si è dichiarata (come lei ha fatto notare da statuto) formalmente non anticaccia. Questa posizione ormai trentennale, non legata alle mode dell'ultima ora. Avendo io aderito, ricevo il giornale trimestrale e trovo l'attività di questa associazione più che meritoria. Vorrei però capire perchè lei è contrario a che si sviluppi anche in Italia un movimento ambientalista che contrasti certe posizioni ambientaliste/animaliste e pertanto anticaccia? Mi/ci illumini.

da mario 24/08/2011 14.05

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Ambigua nel senso che non abbiamo le idee chiare in proposito? Sono stati scritti fiumi di pagine per entrare nel profondo di ciò che significa conservare l’ambiente e praticarvi in esso le attività naturali quali la caccia. Sono state scritte per cercare di spiegare innanzitutto ai cacciatori (che non sempre sono pervasi da un’etica pura, casta e linda) qual è il concetto di vivere nella natura e quale dovrebbe essere lo spirito con il quale affrontare queste delicate tematiche ed in particolare per rispondere a qualche dotto saccente anticaccia che vorrebbe impossessarsi del termine (wilderness) e dei suoi concetti, stravolgendoli ed adattandoli all’ambientalismo tradizionale da salotto! Le idee sono chiare dai tempi della fondazione americana in quanto chi la ideò era un grande cacciatore, ancor oggi considerato come ho scritto sopra, pensa un po’, il più grande ambientalista di tutti i tempi. E’ purtroppo innegabile che anche la figura del cacciatore moderno si sia adattata a questi tristi tempi bui, prediligendo spesse volte la quantità alla qualità. La wilderness non deve rappresentare una nuova etica ambientale solo per l’”uomo di città” in quanto noi cacciatori siamo sempre perfetti e nel giusto ma deve costituire anche un serio momento di riflessione per chi si alza con il buio, prende il fucile ed il cane...che ci va a fare in natura? Qual è lo scopo principale?

da massimo zaratin 24/08/2011 13.56

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

ho una visione della caccia molto vicino alla sua mi creda e non vado all'estero perchè non rientra nella mia concezione di caccia tuttavia concordo con lei che non mi troverei a mio agio nello stare in un associazione ambigua.

da il brigante Mammone 24/08/2011 12.33

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

bravo Massimo Zaratin,complimenti per l'intervento e per l'ultimo post quì sopra !

da Massimiliano 24/08/2011 12.06

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Leggi tutto il documento e non solo quello che ti fa comodo! Ti ricordo che l'ideatore della Wilderness era un cacciatore, e lo sono anch'io! Ho certamente una visione diversa di caccia rispetto a coloro che ad esempio si recano all'estero e si fanno fotografare fieri con centinaia di prede...se per te la visione della caccia è questa, limitandola al "tiro a segno", allora in wilderness sicuramente non ti troveresti a tuo agio!

da massimo zaratin 24/08/2011 10.27

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

UN PASSO DEL PUNTO 2 DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DELLA WILDERNESS ITALIA L’esempio più lampante è la rivalità tra naturalisti e cacciatori. I primi vorrebbero abolire del tutto la caccia, vista come attività rivale ai loro interessi, ma quasi mai si pongono problemi di limitazione alla loro attività di osservazione, studio o ricreazione pur dannose come la caccia in certe situazioni. I secondi, dal canto loro, sono sempre pronti a prendersela col turismo o con gli inquinatori, ma evitano di porre limiti al terribile impatto che la loro categoria infligge alle popolazioni faunistiche. questo tanto per rispondere a chi esorta i cacciatori a collaborare con AIW.

da il brigante Mammone 24/08/2011 10.00

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

bellissima risposta. Ottimo lavoro. ma su quale giornale e' stata pubblicata???

da Fabrizio 24/08/2011 8.54

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

a Massimo Zaratin un sentito GRAZIE per aver delucidato con parole LOGICHE la nostra posizione e PASSIONE!!!!! Girotto Luca

da ARMERIA 2000 24/08/2011 8.54

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Caro Massimo, complimenti per questa risposta a un signore lui sì un “neo-ruralista” di città, ma volendo leggere tra le righe del suo comunicato si intravede poi un paio di verità della tua risposta che io riporto di seguito: -In Italia c’è ancora una tremenda confusione tra ciò che significa, essere ambientalisti o animalisti, per quali battaglie vale la pena spendere le proprie energie o quali parametri usare per sentirsi definire dei veri “amanti degli animali”. -I “neo-ruralisti” di città, infatti, sono una tremenda piaga per il nostro territorio; non hanno mai vissuto la campagna ma vorrebbero dettarne le regole in quanto in qualche maniera, non si sa come, non si sa il perché, si sentono legittimati a farlo (Lei saprebbe professore spiegarmi il perchè di questo curioso fenomeno?). Questi signori sentono mancare il terreno sotto i loro piedi e non accettano che persone come noi si possa discutere di Wilderness poiché si sentono depositari di tale verità.

da marcello lentini 23/08/2011 22.17

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Sono anni che predico affinchè il nostro percorso sia in comune con la Wilderness Italia, ma non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.

da vittorio cavaliere-bari. 23/08/2011 18.49

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Credo che a molti sfugga un dato incontestabile.... fino a quando resteremo minoritari nella società civile, l'attuale pensiero ambientalista/animalista rimarrà dominante. Le ragioni di questa sconfitta culturale sono antiche e non sto qui a fare l'esegesi. Se vogliamo riprenderci un ruolo culturale sarà benea che ognuno inizi a fare la sua parte. Come? innanzitutto impegnandoci in prima persona a far crescere l'AIW che è l'UNICA associazione ambientalista che oggi merita di diventare una grande associazione, affinchè possa, con la propria filosofia, modificare il modo di intendere le aree protette. Per essere vincenti occorre una strategia che oggi purtroppo il mondo venatorio non ha: i vertici sono troppo impegnati a curare il loro orticello. L'AIW sta dimostrando di poter fare la differenza quanto meno nelle idee che propaganda. Ha ragione Mario: bisogna contattare questi dell'AIW, organizzare su tutto il territorio sezioni dell'AIW e lavorare, lavorare, lavorare. dobbiamo contrastare l'ideologia che ci vede come spietati assasini. Dobbiamo recuperare il ruolo e la dignità che ci spetta. Sarà un lavoro lungo, ma è l'unica strada culturale che ci è rimasta.....

da Guido 23/08/2011 18.42

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Oltre felicitarmi con Zaratin per la puntigliosa quanto precisa esposizione,seppur dubbioso,attendo la replica del prof.Ortalli,spero capace di mostrare meno oltranzismo. Da parte mia aggiungo solo una considerazione dettata dalla palese quanto incomprensibile violenza non solo verbale adottata da chi si professa animalista. Secondo il mio modesto avviso non si può mai disattendere il rigore scientifico, nell'animalismo prevale sempre una fumosa teoria di superiorità di visione,mai supportata da volantà propositiva o di dialogo. Proprio per questo, e la qualità delle parole di Zaratin mi confortano ,mi spingo ancora una volta ad incitare il mondo della Caccia a intraprendere un tracciato sinergico con la Wilderness Italia.

da vittorio cavaliere-bari. 23/08/2011 16.39

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

complimenti Massimo, noi tutti condividiamo, il fatto è sempre quello. Noi sappiamo ma sui quotidiani scrivono quello che cli pare. Spero questa bellissima risposta sia messa a disposizione anche da chi tutte le mattine va dal giornalaio. Complimenti ancora

da Renzo Cavasin 23/08/2011 15.47

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

E' un vero peccato che l'AIW abbia pochi iscritti e conti così poco nel panorama ambientalista italiano. vi leggo sempre con attenzione, l'AIW potrebbe fare la differenza nelle tante battaglie culturali, ma soprattutto rappresentate ciò che è la vera alternativa al modo d'intendere le aree protette in Italia. Bravi (e chi condivide queste idee faccia come me, si iscriva all'AIW, sono persone serie!)

da mario 23/08/2011 15.07

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Il bravo Massimo Le ha già risposto in maniera più che esaustiva ed è pronto a qualsiasi confronto con Lei professore ma una piccola cosina vorrei dirgliela anch'io. Piccola e semplice come siamo noi, non pensa che la caccia, la pesca ed ogni altra interazione uomo-ambiente come raccogliere funghi e fino alla raccolta della cicoria selvatica, abbiano tutti un'unico interesse? Ed anche se fosse per mero egoisto, questo interesse è chiaramente rivolto alla difesa del territorio dove tali interazioni si svolgono e senza territorio sano che ogni giorno vedi e controlli, non ci sarebbero. Questa è una tradizione da togliere secondo Lei?

da Silvano B. 23/08/2011 15.03

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Bravo massimo, complimenti x la chiarezza e la conoscenza dell'argomento in questione. Caro (prof????)la cultura rurale le da forse fastidio? e scommetto pure le Aree Wilderness, è un peccato, un vero peccato che gente preparata come lei, non ne colga il senso,...mah forse è meglio così......si se ne può fare a meno del suo contributo, c'è ne faremo una ragione...

da Giovanni59 23/08/2011 14.07

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Buongiorno, credo non ci sia da aggiungere altro .... solo una mia domanda: e se provassimo a sostituire i famosi mausolei (chiamati parchi) in aree Wilderness ? tanto peggio di adesso non potremmo stare e potrebbe essere una soluzione alla piaga delle finte aree protette ? anche perche' la battaglia che dovremo sostenere sara' sicuramente imperniata sul recupero di tutto il TERRITORIO sottratto ingiustamente a tutti noi cittadini - cacciatori e fruitori dell'ambiente.Meditiamo .Un saluto

da ettore1158 23/08/2011 12.35

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Bravo Zaratin, hai fatto veramente un quadro completo ed esauriente della situazione italiana, vai cosi'

da Capitano 23/08/2011 12.25

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Eeeeee, il mio presidente regionale.

da henri (Radere igor) 23/08/2011 12.14

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Complimenti per l'intervento...chirissimo.spero venga letto anche al di fuori dall'ambiente venatorio,sopratutto da chi è dubbioso da che parte stare..potrebbe far riflettere saluti

da CACCIA78 23/08/2011 11.48

Re:Zaratin risponde al Professor Gherardo Ortalli sulla Wilderness

Massimo imiei complimento concetti precisi e valori indiscutibili GRANDEEEEEE

da RiccardoF. 23/08/2011 11.43