Le ragioni della sconfitta incassata con l'ennesimo calendario venatorio peggiorativo in Campania, per la Confavi regionale sono da ricercarsi nelle identità che dovrebbero tutelare le ragioni del mondo venatorio campano. Quello che pesa per l'associazione – che ci ha inviato una nota circostanziata sull'argomento - è l’assordante silenzio successivo alla fase di approvazione del testo.
Confavi è critica con le altre associazioni, presenti alla presentazione delle due bozze preliminari, e in particolare con la Federcaccia, che si è fatta sentire una sola volta (Fidc di Benevento) lo scorso 27 luglio, lamentando il ritardo della pubblicazione. Poco o nulla è stato però detto sui contenuti. “Perché – chiede Confavi rivolgendosi alle associazioni campane- il giorno dopo non avete attaccato l’istituzione regionale per aver approvato qualcosa sul cui contenuto non avevate dato condivisione?”.
Anche la politica ha dimostrato di non voler tutelare la caccia. Per questo, si legge nella nota dell'associazione, “occorre rivolgere l'attenzione verso partiti politici settoriali che sono nati: Caccia Ambiente, Civiltà rurale Caccia Ambiente, Movimento Cultura Rurale. Attenzione però – dice la Confavi - a non commettere lo stesso errore dell’associazionismo venatorio, la base deve chiedere con forza ai Dirigenti di questi tre movimenti di unirsi in un unico grande soggetto politico. La confluenza in esso di tutte le componenti della cultura rurale, compresa la caccia,potrebbe rappresentare il secondo passo atto a rimetterci in piedi”.
(24/08/2011)
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