Uve appassite in anticipo per il troppo caldo, grandinate violente e attacchi degli storni. Per questi motivi in molte zone d'Italia la vendemmia è stata anticipata di quindici giorni, con evidenti ripercussioni sulla qualità e la quantità di prodotto. Secondo Coldiretti l'impatto degli uccelli è in grado di ridurre del 10% del totale la produzione. Oltre all'uva consumata dai volatili, i veri danni sono causati dalle enormi quantità di guano lasciato sui frutti da migliaia di esemplari.
Il problema è sentito ormai dagli agricoltori di tutta Italia, che uniti alle ragioni dei cacciatori chiedono sempre con maggiore insistenza l'inserimento tra le specie cacciabili. “L’Italia ad oggi è l’unico tra i Paesi mediterranei – spiega la Coldiretti - dove non è ammessa, salvo deroghe, la caccia a questo dannoso uccello, nonostante la richiesta presentata alla Commissione Europea, considerati anche i danni ingenti che provoca tale specie all’agricoltura".
"La richiesta - ricorda Coldiretti - è stata peraltro sostenuta a maggioranza dal Comitato tecnico nazionale faunistico venatorio all’inizio dell’estate, anche sulla base di un Rapporto dell’Ispra sullo stato di conservazione delle specie in Italia. I danni provocati dagli storni rientrano - continua - nel più generale problema della presenza di animali selvatici come i cinghiali e gli ungulati che mettono in pericolo non solo le cose ma anche la vita quotidiana delle persone, dalle campagne alle città. Ripetuti casi di incidenti stradali, allevamenti decimati, migliaia di campi con i raccolti distrutti da gruppi di cinghiali guidati da animali di oltre 150 chili di peso che arrivano fino dentro le case”.
(Primapress)
(06/09/2011)
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