Riceviamo e pubblichiamo:
Finalmente riesco ad intervenire, dopo una breve assenza, nella discussione in merito al calendario venatorio 2011 - 2012, e senza andare troppo per le lunghe, mi trovo pienamente d’accordo con quanto ha scritto Bruno Zema in risposta al comunicato dell’Assessore Trematerra.
Non mi sovrappongo, pertanto, alla discussione in atto, anche se oltre a quello evidenziato da Bruno Zema, ci sarebbe molto altro da dire; ma per questo c’è ancora tempo. Però, al fine di fare un po’ di chiarezza ed avendo vissuto direttamente le fasi preparatorie del calendario, essendo stato presente a tutte le riunioni; sono anche stato tra quelli che sono stati rinchiusi (…e non solo in senso letterale) in una stanza sino a quando non ne siamo usciti con una proposta che, se pur nella restrizioni, era stata considerata accettabile anche dal mondo venatorio. Questa nostra dimostrata collaborazione non è bastata e nei due giorni successivi alla Consulta, dopo un giro di telefonate con gli altri colleghi, mi sono assunto la responsabilità di rivedere ancora una volta il calendario (sempre in modo restrittivo) da trasmettere all’ISPRA per il parere. A quanto è dato sapere (voci di corridoio, perché gli uffici regionali non ci hanno mai portato a conoscenza della bozza trasmessa all’ISPRA), l’ultimo rapito “ritocchino” (ancora una volta arbitrariamente e, naturalmente, in senso negativo) è avvenuto, da parte di qualcuno, all’interno dell’ufficio caccia. Siccome è facile dire le cose ma molto più difficile è dimostrarle, per chi ha voglia di leggere e confrontare, sono disponibile a trasmettere via mail le tre versioni di proposta di calendario venatorio: la prima è quella elaborata dalle Associazioni Venatorie (le quali avevano tenuto in debito conto quanto avvenuto con i ricorsi lo scorso anno, con buona pace di tutti e soprattutto dell’Assessore Trematerra, preoccupato per un possibile ripetersi degli eventi; nella stessa bozza avevamo addirittura evidenziato le criticità sulle quali concentrare maggiormente la discussione); la seconda versione è quella che è venuta fuori dopo la riunione di Consulta Venatoria; la terza e (per noi) ultima e quella rielaborata tenendo conto di altre osservazioni degli ambientalisti e che avrebbe dovuto essere invita all’ISPRA per il parere di rito. Da ciò, chiunque potrà trarre la facile conclusione su chi dice il vero e su chi dice il falso; mi riservo, inoltre, di intervenire ancora una volta, in quanto la discussione è tutt’ora aperta.
Le Associazioni Venatorie infatti non si sono arrese alle risposte negative dell’Assessorato e già domani ci riuniremo per discutere le azioni da portare avanti.
Francesco Felicetta
Presidente Regionale ANLC