E' quanto il parlamentare, presidente onorario di Lega Ambiente ed autorevole esponente del mondo ambientalista, ha recentemente auspicato, richiamandosi al valore che la cultura venatoria esprime nel contesto della gestione faunistica su tutto il territorio italiano.
Realacci ha anche richiamato l'attenzione sulla necessità di aggiornare la 157 ripartendo possibilmente dalle premesse che trovarono una felice sintesi nell'iniziativa promossa nel 2010 all'Hotel Baglioni di Firenze, da parte delle associazioni venatorie toscane. Una proposta che mirava a semplificare la legge quadro sulla caccia, attraverso in sintesi il rafforzamento della competenza delle regioni nella gestione della fauna selvatica, con Ispra potenziata nell'attività di ricerca e monitoraggio, mirata a fornire dati utili alla gestione stessa; riqualificazione del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio, a raccordo fra Stato e Regioni; unitarietà di gestione del territorio, superando il dualismo fra aree vietate alla caccia e aree residue; adeguamento del sistema degli accessi e della mobilità venatoria, per scongiurare localismi; attuare un programma di ricerca per raccogliere dati scientificamente validati e unanimemente condivisi, per aggiornare gli inadeguati Key Concepts; destinazione dei fondi provenienti dalla caccia per gli interventi sul territorio e per la ricerca scientifica.
Sulla questione, sempre in ambito toscano, si registra un accenno dell'assessore regionale all'ambiente, nel preannunciare l'intenzione del governo locale a procedere di comune accordo fra ambiente e agricoltura nell'individuazione del Piano regionale sulla Biodiversità.
E il presidente regionale di Lega Ambiente, Piero Baronti, non riconoscendosi nella attuale deriva animalista, auspica anche lui una maggiore armonizzazione fra i diversi istituti che sovrintendono alla gestione del territorio, in particolare Parchi e Ambiti Territoriali di Caccia, anche attraverso l'aggiornamento della legge regionale sui parchi.
(13/09/2011)
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