L'emendamento presentato dal Senatore del terzo polo, Claudio Molinari, alla riforma sulle aree protette (che, come visto, propone la possibilità di incidere in maniera decisiva su specie dannose con il controllo faunistico nei Parchi, laddove ne risulti la necessità), ha suscitato un vespaio di polemiche ambientaliste, che non hanno risparmiato i gruppi politici.
I Verdi, tramite Cristina Morelli chiedono il ritiro dell'emendamento, che definiscono folle per la possibilità di abbattere anche specie non cacciabili in zone dove la caccia è vietata e per la possibilità da parte delle regioni di predisporre piani per l'eradicazione di alcune specie.
Stessa aria tira nel gruppo animalista del Pdl ma anche nell'Idv. Per la Ceccacci Rubino, la proposta Molinari “di fatto allunga il periodo della caccia a tutto l'anno estendendola anche ai parchi e alle aree protette”. Di Nardo (Italia dei Valori) parla di emendamento “marchetta”. “C'è chi fa il furbo – dice – e chiama controllo faunistico la licenza di uccidere animali in qualsiasi periodo dell'anno, perfino nei Parchi”.
Al contrario, come si è visto dalle posizioni di Ciarafoni e Realacci, il Pd ritiene che la questione del controllo faunistico, anche all'interno delle aree protette, debba coivolgere in maniera più decisiva anche i cacciatori.
(14/09/2011)
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