“Quando vi è una reale necessità, la possibilità di operare il controllo della fauna selvatica anche all’interno delle aree protette non è solamente condivisibile ma anche indispensabile se si vuole salvaguardare il territorio e le attività ad esso strettamente connesse” è quanto dichiarato dal Presidente dell’Associazione per la difesa e la promozione della Cultura rurale – Onlus on. Sergio Berlato.
“Il concetto di area protetta – continua Berlato - non può e non deve essere confuso con l’impossibilità totale di operare su determinate zone del nostro territorio quando è necessario ed indispensabile, proprio per proteggerle”. “Oltre ai danni economici, arrecati all’agricoltura dalla sovrappopolazione di alcune specie di fauna selvatica – prosegue nella nota - che oramai ammontano ogni anno a diverse decine di milioni di euro, c’è il grave rischio che vengano compromessi gli equilibri di molti ambienti naturali”.
ACR ritiene quindi strumentali le polemiche sollevate dagli animalisti e "miranti ad ottenere un facile consenso che porta benefici agli animalisti ma sicuramente non ne porta agli animali e nemmeno a tutti coloro che quotidianamente sono chiamati a confrontarsi con delle vere e proprie emergenze derivanti dalla presenza massiccia di animali selvatici, come i cinghiali per fare un esempio, che, se non controllati, rappresentano un serio rischio anche per l’incolumità delle persone oltre che per il territorio dove insistono”.
In conclusione della nota si auspica che “siano maturi i tempi per intavolare un discorso serio sulla gestione delle aree protette nel nostro Paese che si basi su dati scientifici ed in sintonia con gli indirizzi che ci vengono forniti dall’Unione europea. L’invito è ad evitare di cedere alle pressioni mediatiche che la parte integralista del mondo animalista è solita esercitare in queste occasioni, dimostrando una distorta e del tutto inadeguata percezione della realtà e delle esigenze di coloro che in quei territori vivono e svolgono le proprie legittime attività ”.
(14/09/2011)
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