Il mondo della caccia deve trovare un nuovo e più solido rapporto con la società. E' quanto sostiene Marco Ciarafoni, presidente del Consiglio nazionale dell'Arci Caccia, nel suo intervento che precede l'apertura della stagione venatoria. Le incertezze di oggi, dovute anche alla crisi che investe il Paese, per Ciarafoni, impongono una nuova filosofia: “l'Italia di domani – scrive – ha bisogno di essere costruita dalle forze più 'sane' di oggi. I cacciatori possono esserlo - sottolinea Ciarafoni - perché il loro progetto di governo del territorio ai fini ambientali e faunistici si può benissimo inserire nel contesto della valorizzazione della bellezza dei nostri territori: valore e risorsa culturale, storica ed economica e del ‘Made in Italy’ riconosciuta in tutto il mondo”.
“La caccia assume in questa direzione il profilo di bene comune indispensabile per ottenere legittimazione sociale e quel rispetto attualmente non riconosciuto per responsabilità di chi, nel mondo venatorio, ci ha trascinato alla disputa ideologica su aspetti demagogici e logiche di parte utili soltanto al bracconaggio elettorale”.
Tutto questo per Ciarafoni, passa necessariamente dalla consapevolezza del mondo venatorio "di giocarsi prima di tutto una partita di identità culturale e, solo successivamente, di rispetto di quelle norme che necessariamente in un paese civile devono essere coordinate e concertate con tutti i portatori di interesse e seguendo le indicazioni dell’autorità scientifica. Le indicazioni della scienza - sottolinea infine Ciarafini - rappresentano infatti l’insostituibile caposaldo per sfuggire al tentativo di innescare il conflitto e per evitare derive privatrizzatrici o abolizioniste”.
(16/09/2011)
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