E' il tocco del cacciatore, con la forza delle emozioni vissute sul campo la conoscenza vera della selvaggina a rendere quasi magiche le opere di Fabrizio Panessa, giovane pittore animalier e appassionato di arte venatoria fin da piccolo, da quando il nonno costruì per lui la prima fionda e lo portò per la prima volta a caccia. Il suo battesimo artistico è avvenuto grazie al grande Roberto Lemmi, quando nel 1992 fece il suo primo acquarello ispirato dalla bellezza di un quadro del maestro. Da allora non ha più smesso: si è iscritto all'Istituto d'Arte, per poi passare all’Accademia delle Belle Arti, dove ha affinato le sue capacità artistiche e gli studi anatomici.
L'atmosfera prevalente è quella evocatrice di storie di caccia vissute in paludi e boschi. Protagonisti gli animali, i loro sguardi, le loro reazioni. Rivivono nelle immagini evocate da Fabrizio gli attimi del frullo di una beccaccia o quelli di una ferma a vuoto per un rumore emanato dai battiti d’ali, di un campano che suona in lontananza, o semplicemente quei momenti di serenità che ogni cacciatore sin dalla notte dei tempi prova in una lunga giornata di caccia, anche senza sparare un colpo.
Dice di lui l’ amico Germano Schirano, già amico di BigHunter: "le sue rappresentazioni mettono in evidenza le esperienze dirette messe su tela che solo agli occhi attenti di un cacciatore possono trasmetterci, come quella nel saperci descrivere impeccabilmente una beccaccia in un bosco innevato, dove la stessa Regina spicca il volo dopo una bella ferma di cani continentali, restando incantata dal tepore emesso da quei raggi di sole filtrati in quel buco di rimessa tra gli alberi. I suoi quadri rispecchiano uno stile a volte volutamente privi e a volte pieni di quei tocchi di luce giusti, belli ed esaltanti nei particolari, facendone risaltare magnificamente nelle prospettive profonde dei soggetti tutti i particolari. Come eccezionale è lo sguardo incrociato tra la Beccaccia ed il Setter in ferma, molto bella come il salto della stessa Regina nel magico scenario di un sottobosco autunnale. I chiari palustri sia negli albeggi che al crepuscolo sono rappresentati in scenari che, chi fa questa Caccia con esperienza conosce molto bene, appostamenti, passaggi di Germani, Fischioni, Alzavole ecc".
La pittura e le altre arti figurative a tema venatorio, sono una grande forza per la trasmissione della nostra passione, la stessa che ha conquistato Fabrizio "e che sa trasmetterci - scrive Schirano - in una maniera schietta e sorridente tipica della gente Salentina".