Amante della caccia, della natura, degli sport all'aria aperta: Massimiliano Scalirò, catanese 35enne la ruralità la vive come stile di vita, oltre che da agronomo per professione. A caccia chiusa fa passeggiate, a piedi e in mountain bike, ma si dedica anche molto ai suoi cani e alla coltivazione di un piccolo fondo agricolo, ama la lettura e non disdegna qualche ora in palestra.
La caccia la vede come “un ottimo modo per avvicinarsi alla natura, conoscerla ed imparare a rispettarla” ovviamente tutto questo si realizza, spiega, “solo quando viene esercitata nel pieno rispetto delle regole e del buon senso”. Ci va da sempre con il padre ma per lui non è solo una tradizione di famiglia. “Credo – spiega - che sia scattato qualcosa in me gradualmente. Mi sono reso conto che la mia passione per la caccia deriva anzitutto da quella per i cani. Mi basta che il cane faccia un ottimo lavoro per tornare a casa pienamente soddisfatto anche col carniere vuoto (a causa di qualche padella)”. Pratica la vagante (coniglio selvatico) esclusivamente con il cane ma anche ai rallidi nelle zone acquitrinose dove, - dice - “anche se la preda non è considerata tanto nobile, mi piace da matti l’enorme lavoro che deve svolgere il cane”.
Come a tutti i nostri giovani amici chiediamo a Massimiliano cosa ne pensano in famiglia, della caccia. Ci risponde che la moglie non capisce come faccia a fare sacrifici come alzarsi presto la mattina o dedicarsi così tanto ai cani, ma che non ha mai cercato di ostacolarlo in alcun modo “anche perché – – la selvaggina le piace molto! “Se continua così – ci dice contento - tra 15 anni ci verrà mia figlia a caccia con me: già adesso (tre anni) va matta per i cani e mi ha chiesto di comprarle il fucile delle Winx per accompagnarmi”.
Secondo Massimiliano la caccia moderna ha bisogno di una marcia in più. “Bisognerebbe – dice - organizzare gare e prove e aumentare le attività di formazione ed informazione al fine di contribuire a “creare” un profilo di cacciatore molto più attento alle regole, alla corretta gestione dell’ausiliario e che non si limiti a valutare la bontà della giornata esclusivamente nella quantità di prede abbattute: tutte queste attività sono svolte solo da una piccola parte delle associazioni che conosco mentre, per il resto, si “fanno vive” solo al momento del tesseramento!”
La caccia comunque, ci ricorda, è già completamente inserita nel contesto di tutela e valorizzazione dell'ambiente. “Il cacciatore va a caccia per trovare le prede e queste si riproducono e/o si insediano in maniera molto più copiosa ove migliori sono le condizioni degli ambienti che le ospitano quindi volendo fare un ragionamento esclusivamente di convenienza, il cacciatore che ha intenzione di fare molti incontri, rispetta e migliora l’ambiente meglio che può!
(26/09/2011)
© RIPRODUZIONE RISERVATA