La goliardica trasmissione di Antonio Ricci ci ha abituati nel tempo a periodici servizi pregiudizialmente anticaccia. Ma ciò che è andato in onda ieri sera, alla prima puntata della stagione della seguitissima trasmissione di canale cinque, forse è qualcosa che va oltre.
Non importa più scovare situazioni di illegalità (vere o montate ad arte), se si ha la sfrontatezza di disturbare e cercare di intimidire (con la forza mediatica delle telecamere) una categoria che opera nel pieno rispetto delle leggi e dell'ambiente. Non contano i rilievi scientifici, i dati sui veri motivi della diminuzione delle specie, non contano nemmeno quelli (anche firmati Ispra), che individuano problemi per l'eccessiva presenza di una specie, come lo storno. Per il buon Edoardo Stoppa, evidentemente spinto da un intimo sentimento animalista (oltre che da una buona dose di disinformazione, e forse anche dallo zampino di un procace ministro), è assurdo che le leggi permettano di “sparare ad uccelli protetti”. Lo è solo se non si conosce la Direttiva Uccelli e la legge quadro sulla caccia, se non si sa nulla di ambiente e se della caccia si sa solo che si pratica con i fucili, magari per sfogare la voglia di sparare. Così, munito di palloncini volanti, Stoppa ha approfittato della buona fede di alcuni cacciatori (che evidentemente non hanno capito la presa per i fondelli) invitandoli a sfogarsi su quelli, per salvare così la vita a qualche preda.
Il servizio si conclude con il cupo sospetto che il cacciatore poco prima intervistato abbia addirittura sparato volutamente dei pallini, peraltro del tutto innocui, in direzione della vettura di Stoppa. Il tutto a vantaggio delle tesi poc'anzi sostenute. L'operazione è semplice quanto meschina: tacitare tutti i veri dati sulla caccia e indirizzare l'opinione pubblica all'odio verso una categoria evidentemente ignorante e sanguinaria.
Non ci possiamo stupire, è proprio quello che fanno le associazioni animaliste che nella trasmissione di Ricci hanno libero accesso, lanciando appelli quasi giornalieri per finanziare le proprie raccolte fondi. Ma un minimo di decenza e di equità, soprattutto da chi si professa paladino della verità e della libera informazione, non dovrebbero essere dovute?
(27/09/2011)
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