Riceviamo e pubblichiamo:
Che Striscia la notizia abbia una anima animalista non serviva il servizio andato in onda nella puntata di lunedì 26 a darne prova.
A intervalli regolari, se non quotidianamente, nella trasmissione da anni presenza costante del palinsesto Mediaset, le associazioni animaliste, ambientaliste e anticaccia trovano ospitalità e risonanza. I toni sono sempre i soliti, strappalacrime, indignati sempre un po’ vittimistici.
Non ha fatto eccezione il servizio preparato, ad arte, da Edoardo Stoppa che ha recitato ancora una volta il consueto prontuario di luoghi comuni, bugie e mezze verità, dimostrando oltre alla volontà di dare solo la solita interpretazione di parte una ben scarsa conoscenza della caccia, delle sue regole e dei suoi praticanti, con l’aggravante di non poco conto di voler insinuare il dubbio che si tratti di persone potenzialmente pericolose.
Il tutto secondo la nostra Federazione non meriterebbe neppure di essere commentato se non fosse per l’indignazione che giustamente ha sollevato nei cacciatori e nei loro familiari, così come nelle persone che guardano cosa propone la televisione con un minimo di senso critico e che su quel servizio, fortunatamente, hanno sollevato più di un dubbio.
Da una trasmissione che si erge a fustigatrice del malcostume e paladina della libertà di informazione la Federazione Italiana della Caccia si aspetterebbe maggior rispetto dei telespettatori, fornendo loro come minimo un quadro oggettivo delle cose, senza scadere nella propaganda e senza far parlare una sola parte, relegando a comprimari di una sceneggiatura mal scritta i cacciatori (ma saranno veramente tali?) presentati nel servizio.
Una maggiore attenzione ed equità sarebbe, come minimo, dovuta.
Così come dovuta e auspicabile sarebbe la possibilità per i cacciatori di replicare, ricevendo pari spazio e visibilità. Ma si sa, quel che conta nelle fiction è lo share e non la verità.
Ufficio stampa Federazione Italiana della Caccia