Per il mondo venatorio attirare l'attenzione dei non cacciatori per spiegare le proprie ragioni è tutt'altro che cosa semplice, visti i pochi spazi dedicati alla categoria e le insistenti campagne di denigrazione degli avversari. La Federcaccia Toscana sembra aver trovato la chiave giusta con la sua iniziativa affidata all'ironia del bravo vignettista Giuliano Rossetti, per spiegare a caratteri cubitali sui muri delle città “perché la caccia è una cosa seria”.
La campagna è piaciuta, dicono dall'associazione, ed è servita a veicolare alcuni messaggi importanti sulla caccia e le sue regole. Lo confermano le tante manifestazioni di apprezzamento, arrivate via telefono e mail alla sede dell'associazione toscana. Ovviamente non sono mancati i messaggi di dissenso. “Qualcuno – si legge in una nota della Fidc Toscana - ha scritto o telefonato risentito, deplorando una supposta volontà offensiva; in particolare per l'affermazione che per diventare cacciatori bisogna studiare - anche sodo, per la verità- mentre per fare l'anticaccia questa condizione non è richiesta”. Evidentemente non è stata colta l'ironia.
"Il successo ottenuto – ha commentato il presidente di Federcaccia Toscana, Moreno Periccioli – ci sollecita a rafforzare l'impegno sul terreno della comunicazione e dell'informazione, per far conoscere la verità sulla caccia".
Alle prime già pubblicate, se ne aggiungono di nuove (disponibili nella sezione vignette di questo portale). Anche qui si toccano diversi nervi scoperti: come l'indiscusso successo delle pappardelle alla lepre e al cinghiale in sagre e ristoranti, nonostante il crescente numero di anticaccia. Ironia della sorte è stato il ministro anticaccia (e anticarne) a dare suo malgrado ragione all'umorista, premiando per meriti turistici importanti chef italiani, anche per i loro piatti di selvaggina!
(27/09/2011)
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