Nonostante le litanie di chi ci vorrebbe tutti decrepiti e pronti ad appendere il fucile al chiodo, anche nel mondo della caccia ci sono molti giovani che si danno da fare per il futuro della loro passione. Francesco Lionti, 21enne della provincia di Pistoia (Agliana), è uno di questi. Come alcuni suoi colleghi pistoiesi “arruolati” dalla Libera Caccia, Francesco è attivamente impegnato nella gestione del circolo dei cacciatori di Agliana, di cui è già Vice Presidente. Un impegno tutt'altro che facile “ma - assicura il giovane Francesco - si viene ripagati con grande soddisfazione”. La maggior parte dei pregiudizi nei confronti delle associazioni venatorie va sfatato. Non è vero che sono tutte uguali, dice, “il problema è che il 90% dei cacciatori non si informa minimamente dell'operato della propria e rinnova solo per abitudine, senza scegliere con criterio la propria appartenenza in base ai risultati”.
L'ingresso nella caccia praticata per lui è stata la cosa più naturale del mondo e il concretizzarsi di una grande passione coltivata fin da bambino. “Quando avevo tre – quattro anni – ci spiega - tutti i miei amici per carnevale si vestivano da Zorro, Superman, io invece da cacciatore: fucile di plastica, tuta mimetica e cartuccera”. “Con mio padre – continua - sono 16 anni che condivido la passione venatoria. Alle elementari le maestre convocarono i miei genitori per dirgli che il sabato era un giorno scolastico, ma come poter resistere a mio padre che si affacciava in camera mia e diceva la parolina magica.."vieni"? Un lampo ed ero in piedi...”.
Francesco fa il tappezziere, pratica la pesca e adora avventurarsi con suo fuoristrada 4x4. Caccia la stanziale con il cane, gli acquatici e la piccola migratoria, ma soprattutto si dedica ai colombacci dal palco con il padre, “una caccia stupenda – dice -”. La caccia fa bene all'ambiente: bisognerebbe – dice in tono sarcastico - che per un paio d'anni tutti i cacciatori non rinnovassero la licenza, solo così la gente si renderebbe conto di quanto preziosa sia l'azione gestionale dei cacciatori sulla fauna selvatica.
Un'ultima considerazione Francesco la riserva ad un auspicio di maggiore unità: non basta coinvolgere tutti i cacciatori ma bisogna fare fronte unico con chi con la caccia ci lavora: armieri, produttori di abbigliamento venatorio e di oggettistica, bar, ristoranti, ecc.”. Una battaglia civile, insomma, nell'interesse di migliaia di famiglie, dell'economia italiana, dell'ambiente e delle tradizioni. |