Non molto tempo fa, nel bel mezzo degli appelli degli agricoltori alle amministrazioni per far approvare quanto prima la deroga per la caccia allo storno, l'Enpa savonese pubblicava una nota in cui invitata “qualche persona sensibile” a prendersi cura di quattro esemplari raccolti feriti e curati dai suoi premurosi volontari.
Non stupisce, alla luce di quella bizzarra richiesta d'adozione, che oggi, all'indomani della legge che consente il prelievo in deroga di 120 mila storni in virtù del loro potenziale altamente dannoso, ormai universalmente riconosciuto nel nostro Paese, l'Enpa li definisca “bellissimi e utili uccelli”, ironizzando sulla “piccola quantità” concessa. E' evidente, per noi ma forse meno per questi animalisti, che se la quantità concessa è così elevata, il loro numero nei nostri cieli è quantomeno spropositato e costituisce un'allarmante minaccia per le coltivazioni.
Per gli animalisti (che hanno anche perso tempo a calcolare che messi uno in fila all'altro gli storni abbattuti formerebbero una fila lunga 30km) si tratta di “un atto indegno in un paese democratico” che darà certamente luogo a sanzioni europee. L'associazione, a sostegno dell'utilità di questi uccelli cita uno studio che sarebbe stato realizzato dall'Università di Genova nel 2003, secondo cui “gli storni non producono danni significativi agli oliveti ma giocano un ruolo importante sulla salute delle piante”.
(30/09/2011)
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